Casa Bellora, una quinta per piazza Garibaldi
Novant'anni fa vecchie case con portico lasciarono il posto al fastoso palazzo della famiglia Bellora: edificio e interni ancora oggi raccontano l'età dell'oro dell'industria tessile di cui Gallarate era capitale
![Casa Bellora Gallarate](https://www.varesenews.it/photogallery_new/images/2019/01/casa-bellora-gallarate-717548.610x431.jpg)
Là dove c’erano solo alcune case con portico sorse un maestoso palazzo, come un sipario a chiudere la vista sulla piazza dedicata a Garibaldi. Era il 1929, l’ultimo anno dei ruggenti anni Venti, appena alla vigilia della crisi economica mondiale e nasceva la grande Casa Bellora, un bell’esempio di edilizia gallaratese, che ancora oggi nobilita la piazza centrale.
Scoprire le vetrate, lo scalone, le eleganti sale del palazzo è un viaggio nella realtà della Gallarate di allora, piccola capitale dell’industria tessile di quell’Alto Milanese – da Legnano a Gallarate – che era stato primo motore dell’industrializzazione italiana.
Prima del palazzo Bellora attuale sulla piazza, appena a fianco del Teatro Condominio, c’era una semplice casa con loggiato e porticato, simile a quelle molto antiche che circondavano (e in parte delimitano ancora) la vicina piazza Libertà. Il capitano d’industria Carlo Bellora – che aveva stabilimenti a Gallarate, a Somma, ad Albizzate ma anche nella Bergamasca e dava lavoro a migliaia di operai, chiamò l’architetto Moroni per realizzare un palazzo che avrebbe dovuto dare alloggio prima di tutto alla sua famiglia.
![Casa Bellora Gallarate](https://www.varesenews.it/photogallery_new/images/2019/01/casa-bellora-gallarate-717550.610x431.jpg)
Lo studio Tenconi-Moroni era il più celebrato studio cittadino, che aveva costruito in particolare numerose ville per le famiglie più importanti della città, a cominciare da quelle dei Borgomaneri nel “quartiere Liberty” tra il Sempione e la ferrovia, prima espansione del borgo di Gallarate, in direzione di Somma.
Dalla precedente abitazione di Corso Sempione Carlo Bellora (che era nato nel 1887 e morirà nel 1948) si trasferì nella nuova casa nel 1929, insieme alla moglie Margherita e ai cinque figli: i maggiori Filippo e Claudio, avuti dalla moglie Elisa Sironi morta di “febbre spagnola” nel ‘918, e i minori Elisa, Angelo e Pietro avuti dalla seconda moglie, Margherita Sironi.
![Casa Bellora Gallarate](https://www.varesenews.it/photogallery_new/images/2019/01/casa-bellora-gallarate-717551.610x431.jpg)
«Filippo era mio padre, Carlo mio nonno» racconta Carlo Bellora, musicista e ancora oggi inquilino della casa al primo piano, che conserva intatti molti ambienti. Racconta memorie di famiglia e anche una “genealogia” degli altri inquilini del palazzo. «Al piano terra c’erano lo studio e l’abitazione dell’avvocato Guido Sironi, futuro sindaco della città. L’avvocato Piceni, genero di Sironi, aveva studio al piano terreno e abitazione al secondo. E infine la signora Missaglia al secondo piano, con le figlie Cesira, futura Bonicalzi, e Ada, che sposò poi una Sironi di via Dante».
Nel dopoguerra rimasero nel palazzo i Bellora: Filippo al primo piano ed Elisa detta Lisetta dapprima al piano rialzato e poi al secondo (vi abitò fino al 2006). Gli spazi del piano terra sono oggi occupati dallo Studio Lainati, compreso quello che in origine era stato pensato da Bellora e dallo studio Tenconi-Moroni come sede di una banca, con elegante ingresso autonomo sull’angolo tra la piazza e via San Francesco, oggi sempre chiuso.
![Casa Bellora Gallarate](https://www.varesenews.it/photogallery_new/images/2019/01/casa-bellora-gallarate-717539.610x431.jpg)
All’interno l’ampio atrio con vetrata e lo scalone, pur modificato con l’inserimento della colonna dell’ascensore moderno, restituiscono l’aspetto monumentale e anticipano gli ambienti privati. Che ancora oggi sono – in parte – rimasti identici alle origini, tra soluzioni architettoniche di pregio, arredi in legno, velluti. Altri ambienti invece hanno visto modifiche successive, ad esempio con l’intervento di Silvio Zanella: noto oggi come artista e instancabile animatore dell’arte in città, svolgeva anche la professione di arredatore (anche questa dimensione viene celebrata anche nel quadro delle mostre in corso per il centenario della nascita).
![Casa Bellora Gallarate](https://www.varesenews.it/photogallery_new/images/2019/01/casa-bellora-gallarate-717519.610x431.jpg)
Dalle finestre lo sguardo cattura piazza Garibaldi, certo più ingombra di auto che in passato: «Mio nonno – continua a raccontarci Carlo Bellora – si dilettava con la fotografia e ha ritratto da qui la piazza». Una fotografia mostra sullo sfondo i portici dell’Albergo Tre Re verso San Pietro, poi abbattuto per lasciare il posto alla Casa del Fascio (che oggi viene chiamata con pudore “Palazzo Minoletti”). Un’altra, all’opposto, è presa da sotto al portico del Tre Re e ritrae proprio casa Bellora, appena costruita.
![Casa Bellora Gallarate](https://www.varesenews.it/photogallery_new/images/2019/01/casa-bellora-gallarate-717554.610x431.jpg)
L’intervento di Palazzo Bellora risale agli anni Venti del Novecento, tra i più felici in termini di trasformazione della città, con tanti interventi pubblici – come la scalinata della stazione o quella di Crenna – e privati – come la “casa di pietra” degli Orlandi o la neogotica Casa Marcora. E lo stesso palazzo invita a scoprire anche altri pezzi di città legati alla famiglia Bellora: il grande atrio con vetrata colorati ad esempio riecheggia – come per altri particolari del palazzo – quelle della Casa di riposo Bellora di piazza Giovane Italia, dietro l’ospedale, realizzata sempre nel 1929. Gli arredi hanno ancora tessuti e velluti che vengono dalla produzione delle fabbriche Bellora, compresa quella gallaratese accompagnata dal suo villaggio operaio (vedi qui)
![Casa Bellora Gallarate](https://www.varesenews.it/photogallery_new/images/2019/01/casa-bellora-gallarate-717535.610x431.jpg)
Ancora oggi lo stile misurato della casa fà da elegante quinta a piazza Garibaldi e accompagna con lo sguardo (come nella foto che apre questo articolo, 192) verso un altro palazzo dello studio Tenconi-Moroni, la “casa di civile abitazione” all’angolo tra via San Francesco, via Roma e piazza Risorgimento, del 1924.
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