Giornata della Memoria, il Comitato Antifascista propone “fiori” ed “esercizi”
Il comitato bustese distribuirà fiori ai passanti del centro e organizza una serata dedicata alla memoria dell'orrore nazista e agli attuali movimenti nella galassia neonazista
Il 27 gennaio 1945 viene liberato il campo di sterminio di Auschwitz e diventa chiaro, in tutto il suo orrore, il dramma della Shoah e dell’Olocausto di ebrei, rom, omosessuali, disabili e dissidenti politici.
Per non dimenticare tutto ciò che è accaduto servono “Esercizi di memoria”. Esercizi come quelli che il Comitato Antifascista Bustese intende proporre alle 20.45 del 27 gennaio presso Villa Tovaglieri in Via Volta 11, a quanti desiderano fare una riflessione su questo tema e nel farlo vogliono contribuire a piantare “fiori di memoria” nella propria e nell’altrui coscienza.
“Fiori di memoria” come quelli che domenica 20 gennaio il Comitato Antifascista distribuirà ai passanti tra le ore 10 e le ore 12 in via Milano e che a partire dalle ore 12 deporrà presso la pietra commemorativa posta in memoria di Angioletto Castiglioni nel giardino del Tempio Civico in via Fratelli d’Italia.
Fiori realizzati dalla Cooperativa sociale “Radici nel fiume” Onlus per ricordare le persone disabili che furono le prime a subire lo sterminio di massa. L’operazione, passata sotto il nome Aktion T4, fu sistematicamente eseguita dal 1939 al 1945 e rappresentò, sul piano organizzativo, la “prova generale” dell’Olocausto. Oltre 70 mila persone disabili a vario titolo furono uccise e 375 mila sterilizzate dal regime nazista, in quanto ritenute “vite che non meritano di essere vissute”.
Banchetto e convegno (moderato da Orlando Mastrillo, introdotto da Cosimo Cerardi e con interventi dei professori Gianluigi Restelli e Alberto Brambilla) sono due appuntamenti voluti dal Comitato Antifascista «perché oggi più che mai è grande l’esigenza di tornare a parlare e ad agire in modo netto e chiaro contro ogni forma di autoritarismo e di rigurgito fascista, ricordando che “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”», ricordano gli antifascisti bustesi, citando l’articolo 3 della Costituzione.
ALCUNI NUMERI PER NON DIMENTICARE
I deportati politici italiani, condotti dall’Italia nei campi di concentramento del Terzo Reich per la loro opposizione al regime nazifascista tra l’8 settembre 1943 e il 25 aprile 1945, furono un totale di almeno 23.826 persone (22.204 uomini e 1.514 donne). Nei vari campi in cui furono detenuti furono contrassegnati da un triangolo rosso e sottoposti ad un durissimo regime carcerario e di lavoro coatto.
11.432 furono designati come deportati per motivi di sicurezza, 3.723 come ‘Politisch’, 801 erano ‘asociali’, KGF, erano i prigionieri di guerra; BV, criminali comuni; altri ZA, lavoratori civili; “Geistlicher”, religiosi; “Pol Jude” o “Schutz Jude” erano gli ebrei considerati anche oppositori politici. Dei 23.826 deportati ne morirono 10.129, ovvero il 45%.
I deportati politici non furono i soli italiani a popolare i campi di concentramento e di lavoro nazisti. La condizione peggiore fu riservata agli 8.500 deportati razziali italiani (quasi tutti ebrei), condotti a morire ad Auschwitz (ne moriranno 7.500, quasi il 90%). I deportati politici non erano condotti direttamente nelle camere a gas, ma condannati a morire di sfinimento attraverso durissime condizioni di lavoro. Anche i circa 600.000 Internati Militari Italiani, che rifiutarono di combattere al fianco dei tedeschi, furono ridotti in condizioni di schiavitù e costretti al lavoro forzato (ne moriranno 40.000-50.000, quasi il 10%). I nomi dei 23.826 deportati politici italiani, oggi sono raccolti in un elenco nato attraverso una ricerca promossa dall’Aned, Associazione Nazionale Ex Deportati.
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