I lavoratori Hps licenziati a Natale tornano in azienda: “Pronti ad incatenarci”
I 40 lavoratori licenziati prima di Natale da Bill Hammond, ceo della Hps, sono tornati in azienda ma sono pronti a dare battaglia se non si troverà una soluzione alternativa alla chiusura
I lavoratori della Hammond power solution, licenziati da Bill Hammond in persona subito dopo aver ricevuto il classico panettone aziendale nei giorni che precedevano il Natale, sono tornati in azienda questa mattina (7 gennaio) con poca voglia di sorridere e tanta rabbia per il perdurante silenzio della dirigenza canadese.
Anche questa mattina le troupe televisive nazionali non hanno lesinato collegamenti da via Gramsci a Marnate, dai cancelli dello stabilimento che produce trasformatori in resina acquistato dalla multinazionale con sede in Ontario hanno parlato i dipendenti che sono al loro posto nonostante il trattamento a loro riservato dal ceo della Hps: «Vogliamo solo continuare a lavorare – ripetono fino allo sfinimento – e vogliamo farlo qui a Marnate».
Nel frattempo i sindacati (Fim e Fiom si stanno occupando della vertenza) attendono di poter avere un incontro con la dirigenza della Hps, magari approfittando dell’arrivo di un rappresentante in Italia proprio martedì, anche se per il momento non c’è molto ottimismo: «Non sappiamo se potremo parlare con lui già questa settimana o la prossima» – fanno sapere.
La calma che si respira è solo apparente: «Se non avremo rassicurazioni sul futuro di questo stabilimento e dei lavoratori apriremo la battaglia vera e propria. I dipendenti sono uniti e pronti ad incatenarsi ai cancelli se proveranno a smontare un solo macchinario». La paura vera è proprio che la Hammond non abbia nessun interesse a dare una nuova possibilità alla ex-Elettromeccanica Marnatese e che quindi non intenda vendere l’azienda ad altre realtà. Anzi, il vero timore è che con il lavoro se ne vadano altrove anche i macchinari che possono garantire una continuità aziendale sotto nuove insegne. Per il momento si continuerà a produrre ma nessun trasformatore finito lascerà l’azienda senza che ci sia prima questo incontro chiarificatore.
Appare per il momento lontana la possibilità di un coinvolgimento del Ministero dello Sviluppo Economico, considerato dai sindacati l’ultima spiaggia per ottenere almeno la cassa integrazione straordinaria, nonostante l’interessamento del senatore 5 Stelle Gianluigi Paragone e del suo collega varesotto alla Camera Niccolò Invidia.
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