Il megacentro commerciale, nuove strade e ferrovie. “Quanto si può crescere intorno a Malpensa?”
Federico Oppi, del comitato Difendere Somma, attacca i sindaci dell'area di Malpensa, sulle opere previste e che incideranno sul territorio
«Se la condizione attuale è considerata sostenibile dai Sindaci, quanto potrà ancora crescere l’aeroporto di Malpensa? Le oggettive e documentate devastazioni ambientali (che per il codice penale si chiamano “disastri ambientali”) a chi devono essere attribuite?». Duro l’attacco di Federico Oppi, del comitato Difendere Somma, ai sindaci del territorio di Malpensa. Accusati di «eseguire senza alcun arbitrio o discrezionalità le volontà di chi gerarchicamente è al di sopra di loro», anche a fronte delle tante infrastrutture realizzate e previste intorno a Malpensa.
Da un nuovo centro commerciale a Vizzola Ticino alla ferrovia prevista tra Gallarate e Malpensa, dai numeri da record del 2018 alle più generali preoccupazioni per la prevista deviazione dei voli da Linate nell’estate 2019, in questi mesi si è riacceso il dibattito sulla sostenibilità di Malpensa. L’atteggiamento dei sindaci secondi Oppi è però da «età del bronzo… facciale», perché i primi cittadini sono accusati di scarsa fermezza.
Ce n’è per tutti. Per il sindaco di Casorate Sempione Dimitri Cassani, che «ha persino “dimenticato” di denunciare le palesi violazioni di legge che riguardano l’istruttoria in corso». In che senso? «Parco Ticino, Demanio e Snam hanno chiesto all’ente proponente (Ferrovie Nord Milano) importanti integrazioni documentali sulla procedura di VIA (valutazione impatto ambientale). Nonostante tali integrazioni documentali non siano pervenute entro i limiti perentori stabili dalla legge, il tutto sta procedendo come se “nulla fosse dovuto”».
Casorate è stato il Comune dove comunque si è discusso di più, mentre pressoché nullo è stato il dibattito negli altri Comunui interessati, vale a dire Gallarate, Cardano al Campo e Somma Lombardo. Ce n’è infatti anche per il sindaco sommese Stefano Bellaria, anche se sul fronte delle strade: «Siccome le strade dell’area Malpensa sono in tilt, la panacea prospettata dal Sindaco Bellaria (e da molti suoi colleghi, sia chiaro) è quella di crearne di nuove». Riferimento, in particolare, al progetto – ancora da definire – della tangenziale di Somma. «È un po’ come se davanti ad un incendio decidessimo di spegnerlo con una bella secchiata di benzina oppure come se, trovando il bagno di casa allagato, anziché riparare la tubatura decidessimo di aprire tutte le porte di casa per far defluire l’acqua».
Analoga accusa anche per Claudio Montagnoli, sindaco di Arsago Seprio, quello con «la fascia tricolore più consumata»: «reclama nuove infrastrutture su tutto il territorio, soprattutto al di fuori dei propri confini comunali, perche’ la spazzatura è sempre meglio nasconderla sotto lo zerbino».
E infine la critica a Vizzola Ticino: Comune microscopico, a due passi dal Terminal 1, ma finito al centro delle preoccupazioni recenti per il progetto di un megacentro commerciale da 50mila metri quadri. «Questa “città commerciale” (l’ennesimo immenso ecomostro della nostra ridente provincia) è prevista in una delle zone maggiormente tutelate del Parco del Ticino a ridosso proprio dell’aeroporto. L’aberrazione di tale decisione la si può intuire pensando che questo piccolo paese di 500 anime, tra l’altro con valenze di ordine paesaggistico e storico-culturale (vedasi l’azienda Caproni), sta letteralmente mercificando il proprio territorio consentendo la realizzazione di un ripugnante complesso che ospiterà decine di migliaia di persone al giorno».
«Si noti come i sindaci per esempio in questo periodo si dilettino a Parlare di Piano d’Area considerandolo addirittura uno strumento che li legittima (a parer loro) a continuare ad oltranza con la costruzione di nuove infrastrutture. Peccato che ciò di cui stanno parlando è qualcosa che risale al 1999 e che oggi, dopo vent’anni, non è più attuale, formalmente decaduto e senz’altro non più proponibile. La realizzazione di un Nuovo Piano d’Area, come della ferrovia Mxp-Gallarate, come di un colossale Trade Center, etc è soggetta inequivocabilmente per legge ad una VAS (Valutazione Ambientale Strategica). Deve rimanere alla storia che i nostri sindaci in tutti questi anni si sono guardati bene dal pronunciare questa parola (VAS) perche’ tutti loro ben sanno che qualsiasi VAS attesterebbe che in questa landa desolata di Malpensa non si potrebbe più costruire nemmeno la cuccia per un cane e questo inchioderebbe loro e i loro predecessori a gravissime responsabilità».
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