Perquisizioni in cella, trovati due cellulari e una macchina per tatuare
Durante un controllo straordinario nelle celle sono stati trovati alcuni prodotti proibiti all'interno di una sezione: "Garantire la sicurezza degli istituti di pena è sempre più difficile"
Due cellulari e anche una macchinetta per realizzare tatuaggi. Sono queste le due cose più strane (e vietate) che gli operatori della Polizia Penitenziaria hanno trovato nel corso di una perquisizione straordinaria all’interno di un reparto detentivo del carcere di Busto Arsizio.
I cellulari, di piccolissime dimensioni per essere meglio occultati, erano in due celle differenti ed erano stati abilmente nascosti dal momento che si tratta di un oggetto assolutamente proibito all’interno delle strutture penitenziarie. I contatti con l’esterno, infatti, devono essere controllati e mediati dal personale per ovvie ragioni di sicurezza. Più leggera la posizione del detenuto trovato in possesso della macchina per realizzare tatuaggi. In questo caso i problemi sono più che altro sanitari dal momento che come inchiostro viene utilizzato quello delle penne.
«Rinvenimenti del genere si verificano sempre più spesso e questo dovrebbe determinare, nell’amministrazione penitenziaria, il serio convincimento che urgono interventi risolutivi al problema» spiega Paolo Delle Veneri, delegato della Uilpa Polizia Penitenziaria Lombardia. Il problema è infatti quello che «l’abilità professionale del personale di polizia penitenziaria al giorno d’oggi, cozza con le debolezze del sistema penitenziario italiano» a cui vanno sommate anche «le le difficoltà operative quotidiane dettate dal crollo delle presenze di personale all’Interno dell’istituto». Una situazione in cui «garantire la sicurezza all’Interno degli istituti di pena, spesso senza avere a disposizione i mezzi tecnologicamente avanzati per contrastare i tentativi di introdurre oggetti non consentiti, risulta essere impresa assai ardua».
«Un plauso agli agenti di Polizia Penitenziaria di Busto Arsizio, che nonostante le difficoltà operative quotidiane dettate dal crollo delle presenze di personale all’Interno dell’istituto, opera giornalmente sempre con il massimo impegno» afferma il del delegato locale Uilpa Polizia Penitenziaria Busto Arsizio Paolo d’Aries.
I complimenti arrivano anche dal direttore del carcere Orazio Sorrentini che ha prontamente segnalato l’accaduto anche alla Procura della Repubblica di Busto Arsizio.
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