I sindaci che non applicano il Decreto Sicurezza? “Conniventi con il business dell’immigrazione”
Il sindaco Cassani duro con i colleghi di Napoli, Palermo, Firenze e Parma che vogliono portare il Decreto davanti alla Corte Costituzionale. Critiche anche al presidente di Anci Decaro
«Il decreto sicurezza causa qualche problema ad esponenti della sinistra conniventi con onlus e srl che gestivano il business dell’immigrazione».
Nel giorno in cui si discute della presa di posizione dei sindaci di diverse città – Napoli, Parma, Firenze tra gli altri – non manca il commento del sindaco di Gallarate, Andrea Cassani. Riconosciuto anche a livello nazionale come salviniano di ferro, è stato intervistato ai microfoni de “L’Italia s’è Desta” su Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università Niccolò Cusano a Roma.
«Sicuramente faremo sentire la nostra voce nelle sedi opportune dato che il presidente di Anci Decaro che dovrebbe essere super partes ha preso posizione decisa contro il decreto sicurezza che è legge dello Stato – ha affermato Cassani-. Mi sembra assurdo alcuni miei colleghi facciano questo tipo di manifestazioni. Tutti ci troviamo ad amministrare i nostri comuni con delle leggi che non ci vanno a genio, eppure dobbiamo rispettarle. Io stesso magari sulle unioni civili ho una posizione personale, tant’è che non le ho mai celebrate, ma non ho mai impedito che si celebrassero nel mio Comune. Io stesso quando mi trovo giuramenti sulle cittadinanze di persone che non sanno nemmeno una parola di italiano non è che sono contento. Adesso una delle novità del decreto sicurezza è proprio quella che prevede che le persone che vogliono ottenere la cittadinanza sostengano un test di italiano. Questa è la rivoluzione copernicana più importante del decreto sicurezza in tema di immigrazione, non quel discorso che Orlando e De Magistris tiran fuori rispetto all’iscrizione dei richiedenti asilo per motivi umanitari. Tra l’altro la richiesta di asilo per motivi umanitari doveva essere un’eccezione per alcune casistiche particolari, poi invece è stata utilizzata come strumento per poter concedere queste agevolazioni ad un maggior numero di persone. Ritengo che i miei colleghi sindaco debbano applicare la legge e se non lo faranno verranno sostituiti. Sono convinto che alla fine si adegueranno per non essere rimossi dal loro incarico».
I sindaci che contestano il Decreto Sicurezza sono convinti che contenga elementi di incostituzionalità e puntano proprio a portare la questione sul piano giudiziario e giuridico, sperando di ottenere così che sulla norma si pronunci la Corte Costituzionale (per ora la firma del Presidente della Repubblica sancisce che non ci sono elementi di manifesta incostituzionalità).
Cassani ne ha avuto anche per il presidente di Anci Antonio Decaro, sindaco di Bari: «Non mi aspettavano nulla, ma pretendevo che un sindaco, rappresentante di tutti i sindaci d’Italia, non facesse dichiarazioni che vanno in controtendenza relativamente al rispetto delle leggi. A mio avviso si pone un problema molto grosso all’interno di Anci. Nei prossimi giorni invierò una lettera, come penso faranno tanti altri sindaci, per esprimere dissenso nei confronti di questo presidente. Farò intendere che questo presidente non ci rappresenta più. Penso che nella rielezione di ottobre bisognerà pensare bene a chi eleggere come rappresentante dei sindaci d’Italia».
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