I sinti nelle case d’emergenza. “Cassani crea l’emergenza, poi la pagano i gallaratesi”
Giovanni Pignataro, dalle file dell'opposizione, critica la situazione creata dallo sgombero delle famiglie sinti a novembre. "Ora ci troviamo con un'assurda guerra tra poveri e con gli alloggi d'emergenza più occupati di prima"
«Gli slogan, davanti alla realtà, vanno in pezzi: non solo il sindaco Cassani paga l’albergo, ma deve anche concedere la casa ai sinti, per una emergenza che ha creato lui, da zero». Cinque famiglie sinti, sgomberate da via Lazzaretto a novembre 2018, finiscono nelle case d’emergenza del Comune: un assurdo che secondo Giovanni Pignataro, consigliere di minoranza, Pd, rischia di creare «una guerra tra poveri».
«Creare le emergenze, comporta poi risolvere le emergenze» dice Pignataro, riferendosi alle scelte dell’amministrazione Cassani. Dalle file dell’opposizione – così come dalle associazioni – era stato indicato anche questo rischio: che le famiglie sgomberate rendessero più precario il già delicato quadro dell’emergenza abitativa a Gallarate, dove è facile – per un problema di reddito, per una malattia, per un divorzio – finire sfrattati. «E ora lo sgombero ha creato più sfrattati: il sindaco dovrebbe giustificarlo a chi, nelle graduatorie, si è visto superare da famiglie che avevano una loro casa ma sono state scacciate. Gli slogan, davanti alla realtà, vanno in pezzi: non solo il sindaco paga l’albergo, ma deve anche concedere la casa ai sinti. Per una emergenza è stata creata, ci dice un’ordinanza del tribunale di Busto, strumentalizzando degli abusi edilizi usati come “occasione” per eseguire uno sgombero frutto di un bisogno elettorale: uno sgombero servito al sindaco Cassani per fare la foto, per avere l’applauso dei social, il post di Salvini. Un sindaco che non molla, ma che alla fine ha fatto un disastro in termini sociali e in termini economici. E per mascherarlo ha continuato a fare dichiarazione senza senso: “non c’è nessuna mediazione”, “non daremo case. E ora, cosa ci dice?».
Il Pd ha adottato una certa prudenza sulla vicenda sinti (anche se i suoi consiglieri hanno visitato il campo e seguito lo sgombero), ma ha sempre rimarcato i rischi di costi che ricadessero sulla collettività, in termini di servizi (come nel caso degli alloggi) o di costi economici. «I costi non sono finiti: il Comune ora dovrà anche pagare le spese legali, per il primo passaggio al tribunale di Busto. Pagano i gallaratesi, in termini umani ed economici».
Da ultimo una stoccata non solo al sindaco (che sulla partita si è ritagliato una particolare autonomia) ma all’intera maggioranza: «Mi stupisce che nessuna forza di maggioranza, di quelle che si dichiarano moderate, abbia detto nulla su una vicenda che amministrativamente non stava in piedi. Pare quasi – conclude Pignataro – che ci sia una sorta di scambio politico, per cui il sindaco si occupa di sgomberi, gli altri di urbanistica».
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