Il basket a scuola non passa mai di moda
Lanciata per il 17° anno consecutivo l'iniziativa di Pallacanestro Varese "Basket, una scuola di vita" in collaborazione con Ufficio Scolastico, FIP, Comune e Coni. Capitan Ferrero: «I giovani sono affascinati dal nostro mondo e dalle esperienze degli sportivi professionisti»
Talvolta in casa Pallacanestro Varese non si parla di… pallacanestro, almeno dal punto di vista di sport giocato. È il caso di quando si lanciano iniziative che consentono di trattare lo sport dei canestri in ambiti diversi dai parquet come è accaduto oggi – venerdì 8 febbraio – giorno in cui è stata presentata la 17a edizione della iniziativa “Basket, una scuola di vita”.
Già, perché la pallacanestro negli istituti scolastici non pare mai passare di moda, almeno a Varese, anzi. Il progetto di cui è responsabile per il club biancorosso Raffaella Demattè (nella foto in alto con Giancarlo Ferrero), è stato una sorta di apripista per il più ampio spazio messo a disposizione dalla società di piazza Montegrappa dedicato al mondo degli studenti e cioè “Pallacanestro Varese for School”. «In un mondo che corre veloce, essere arrivati al 17° anno consecutivo è segno di impegno, dedizione e volontà, sia da parte della nostra società, sia per tutti i partner istituzionali e privati che sostengono questa iniziativa» ha spiegato Demattè.
“Basket una scuola di vita” infatti ha il sostegno del Comune di Varese, della Federbasket provinciale, della delegazione del Coni oltre naturalmente alla collaborazione diretta con l’Ufficio Scolastico Territoriale. Tra gli sponsor, Intesa Sanpaolo, Elmec e Trenord. Quattro i “pilastri” su cui si poggia il progetto: quello più corposo riguarda le visite dei giocatori all’interno delle scuole per una sorta di talk show che coinvolge gli studenti (una decina gli appuntamenti in calendario a partire da fine febbraio a Besozzo). E poi c’è la presenza dei ragazzi alle partite della Openjobmetis, la realizzazione – da parte loro – di striscioni di incitamento alla squadra o di elaborati (temi, disegni, presentazioni, ricerche…) legati alla Pallacanestro Varese e infine la annuale cerimonia di premiazione per i migliori lavori.
«Quando tanti anni fa venni invitato da Pallacanestro Varese per la presentazione di un nuovo progetto mi recai in sede senza grandi aspettative. Invece già allora ebbi tra le mani un prospetto con basi educative molto solide e innovative – ricorda Claudio Schena dell’Ufficio Scolastico Territoriale – Il fatto che ogni anno vengano introdotte novità fa che “Basket una scuola di vita” resti una cosa unica e importante: per una situazione del genere, la scuola continuerà a esserci. Non tutti i ragazzi e le ragazze non sono portate per lo sport praticato ad alto livello, ma molti di loro si stanno interessando a tutto quello che c’è oltre al campo, alle tante figure che affiancano gli atleti e di cui le società sportive hanno bisogno».
Due persone che hanno vissuto da protagonisti alcune delle precedenti edizioni sono il capitano della Openjobmetis, Giancarlo Ferrero, e Antonio Bazzi oggi vicepresidente della Handicap Sport Cimberio, la squadra cittadina che milita in Serie A1 di basket in carrozzina. Ferrero – tutt’ora studente universitario – spiega: «Non andiamo solo a parlare di basket a scuola, è una cosa più complessa: tante volte si parla del lavoro di gruppo, dello stare insieme, della nostra routine e spesso sono più quello che riceviamo dai ragazzi rispetto a quello che diamo loro. È un modo per conoscere i più giovani, le loro abitudini, ed è bello anche vedere come sono affascinati da una realtà fatta anche di tanti stranieri che vivono e giocano qui». Bazzi invece sottolinea l’importanza di parlare in pubblico di basket in carrozzina «disciplina ancora poco conosciuta. E poi spesso la curiosità dei ragazzi nei nostri confronti è profonda e… impegnativa da spiegare».
Alla presentazione, svoltasi alla Enerxenia Arena, sono intervenuti anche l’assessore allo sport Dino De Simone, i rappresentanti della FIP – Giuseppe Rizzi e Pietro Tallone – e quello del Coni, Marco Caccianiga. «Fondamentale che Pallacanestro Varese entri nelle scuole, per i valori che porta ai più giovani – ha detto De Simone – Il rispetto verso se stessi, gli avversari e gli arbitri è una cosa che forma i cittadini. E dall’imparare a vincere superando i propri limiti, tipico dello sport, arriva un insegnamento fondamentale per tutti, non solo per gli atleti».
«Questi incontri – ha aggiunto Caccianiga – andrebbero fatti con i genitori che portano i ragazzi a fare attività sportiva: madri e padri oggi, ancor più di dieci anni fa, intervengono in ogni aspetto che riguarda i figli, anche e soprattutto quando si tratta di sport, anche se non ne hanno le competenze. Questo confonde le idee ai ragazzi: progetti come quello di Pallacanestro Varese sono ottimi per rimettere le cose sul giusto piano».
Come detto, “Basket una scuola di vita” è il principale componente del “contenitore” voluto dalla società e chiamato “Pallacanestro Varese for School” che comprende anche una attività di alternanza scuola-lavoro per i ragazzi delle superiori (portati a contatto con tutto quello che riguarda il funzionamento della società) ma anche una novità, “A Scuola con Giangallo”, relativa alle scuole per l’infanzia. In quest’ultimo caso sarà la mascotte biancorossa – Giangallo, appunto – a incontrare i più piccoli con finalità più ludiche rispetto a quanto avviene nelle scuole primarie e secondarie.
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