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Da Busto la centrale della coca, indagini e arresti

La droga viaggiava in tutt'Italia grazie a una particolare auto con doppiofondo fatto apposta per nascondere la polvere bianca

Droga da Busto Arsizio verso Torino, ma anche Mantova, il Piemonte e la Toscana. La polizia di Gallarate ha sgominato un grosso giro di cocaina, con sette persone indagate, tre oggetto di custodia cautelare in carcere e diversi chili di polvere bianca in mano agli investigatori.

Un particolare: lo stupefacente, anche per le lunghe trasferte di rifornimento e vendita, si muoveva a bordo di un’auto con un doppiofondo speciale.

Un punto nodale dell’inchiesta c’è stato il 30 gennaio scorso con l’arresto del latitante Es Saoufy Khalid di 44 anni, in un appartamento a Busto Arsizio, dove si era rifugiato unitamente alla convivente ed ai suoi tre figli.

Es Saoufy era destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Busto dello scorso 30 agosto. Dalle indagini effettuate e coordinate dalla Procura della Repubblica di Busto Arsizio, era emerso che il Khalid era il promotore di un’organizzazione criminale operante nei quartieri Sacconago e Borsano di Busto Arsizio, di cui facevano parte anche suo fratello Adil, residente a Busto Arsizio, trentaquattrenne, tuttora latitante, ed il ventottenne marocchino Kabli Achraf, anche lui residente e domiciliato a Busto Arsizio.

I due fratelli utilizzavano il loro connazionale per effettuare le consegne di cocaina, presumibilmente in quantità non inferiori a 50 grammi, che venivano forniti a piccoli spacciatori, prevalentemente loro connazionali.

Lo spaccio avveniva non solo in Busto Arsizio ma anche in altre località del nord Italia, quali Asola (MN), Bologna, Viareggio (LU) e Torino. Proprio in questa ultima città, nel corso delle indagini venivano effettuati importanti sequestri di riscontro.

In particolare il 16 marzo 2018, unitamente a personale della Squadra Mobile di Torino, è stato arrestato il venticinquenne Baz Youssef, trovato in possesso di 420 grammi di cocaina, appena ricevuta da Kabli. Quattro giorni dopo, Kabli si recava nuovamente a Torino per consegnare grammi 400 circa della medesima sostanza al trentenne Naynia Jalal, abitante a Torino.

Questa volta, oltre a Naynia, veniva tratto in arresto in flagranza di reato anche Kabli. Nella circostanza, oltre alla droga, veniva sequestrata la somma contante di 8.500 euro, quale corrispettivo della consegna di cocaina. Contemporaneamente, in Busto Arsizio, a carico dei due fratelli venivano effettuate le perquisizioni domiciliari dei due appartamenti che gli indagati avevano locato in nero, esclusivamente per celarvi rilevanti quantità di cocaina.

La perquisizione veniva estesa anche all’autovettura, che gli indagati utilizzavano per effettuare le consegne di droga più rilevanti e che, dopo l’arresto di Baz a Torino, avevano “nascosto” in una via centrale di Dairago (MI).

Durante la perquisizione, effettuata anche con l’ausilio di un carrozziere venne trovato un vano nascosto sotto il sedile posteriore, con apertura idraulica a mezzo di comando elettrico. E nel vano, sono stati trovati 2,2 chili di cocaina ed una bomboletta spray di repellente per i cani.

All’esito dei riscontri, il Gip del Tribunale di Busto Arsizio ha emesso il provvedimento restrittivo a carico dei tre indagati, che fino al 30 gennaio, era stato notificato al solo Kabili  che si trovava già detenuto presso il carcere di Torino.

Nell’inchiesta, risultano indagati altri 4 loro connazionali tra cui un fratello maggiore degli Es  Saoufy, accusato di riciclaggio, dopo che nella sua abitazione di Magnago, ritenuta il luogo dove veniva celato il denaro provento della loro attività illecita, veniva rinvenuta l’ingiustificata somma contante di 16.100 euro oltre a materiale utile al confezionamento del denaro stesso.

Pubblicato il 27 Febbraio 2019
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