Dal governo “atti contrari ai principi di solidarietà”. I 5 Stelle gallaratesi devono lasciare la sede alla Cuac
Le riunioni del gruppo pentastellato locale si tenevano negli spazi concessi dalla storica Cooperativa di consumo. Attacca il deputato Nicolò Invidia: "Scelta in mala fede, attivisti avevano allontanato chi era nostalgico". La cooperativa chiedeva un atto esplicito sulle scelte politiche
Il Movimento 5 Stelle è alleato da mesi con la Lega, c’entra ancora qualcosa con la sinistra? A Gallarate scoppia un caso che pone direttamente la questione, con l’allontanamento del gruppo locale da uno storico spazio vicino alla sinistra.
Che dentro al Movimento 5 Stelle ci sia un pezzo del mondo di sinistra, si è sempre detto. Così è anche a Gallarate, dove il gruppo locale M5S aveva da alcuni anni trovato casa, appunto, dentro ai locali della Cooperativa Unione Arnatese di Consumo, realtà ultrasecolare che nei suoi spazi ha ospitato nel tempo i vari partiti del centrosinistra e della sinistra (escluso il Pd, che ha la sua sede altrove) e anche realtà vicine al mondo della sinistra.
Così è stato anche per i Cinque Stelle, accolti un po’ come “costola della sinistra”, per usare una espressione un tempo riferita ad altri. Così è stato fino a pochi giorni, fa quando è diventata operativa la scelta maturata già dopo l’estate. «Il 30 ottobre 2018 Francesco Ilardo, presidente del circolo Arci di Gallarate, ha comunicato ai Meetup M5S di Gallarate che nel 2019 al Movimento 5 Stelle sarà impedito di ritrovarsi al Cuac gallaratese, com’è stato da tradizione per molti anni» denuncia Niccolò Invidia, luinese, “portavoce” M5S in quanto deputato. «La motivazione ufficiale è che il Movimento 5 Stelle nazionale, stipulando un contratto di Governo con la Lega, si sarebbe allontanato dai principi fondanti della cooperativa».
Va prima di tutto specificato che l’Arci non c’entra nulla, direttamente, perché invece la decisione è della cooperativa Cuac, «presa dai soci dell’assemblea generale e non solo da me» spiega Ilardo. «Li abbiamo allontanati perché, dopo aver fatto un accordo di governo con la Lega, hanno poi votato provvedimenti che violano i principi della cooperativa, come ad esempio sulla politica sull’immigrazione». Insomma: il “contratto” stipulato nel 2018 era – agli occhi della Cooperativa – già un elemento di rottura con i principi di solidarietà e antifascismo, ma più che l’alleanza ha poi pesato l’effettiva azione di governo vista in questi mesi. Considerati contrari al documento che tutte le associazioni ospiti di Cuac devono sottoscrivere: «Abbiamo chiesto agli esponenti locali dei gruppi che si rifacevano a M5S di prendere una posizione sui singoli atti, ma ci hanno detto che non potevano prendere una posizione pubblica», spiegano ancora dalla cooperativa.
Dal canto suo, il Movimento 5 Stelle non intende “appellare” la decisione (in Cuac non ci torneranno) ma denunciano l’espulsione dagli spazi, «misure che qualcuno potrebbe definire fasciste» e che vengono considerate comunque «in mala fede».
«Il MoVimento 5 Stelle non è fascista, non è di destra, né di sinistra. È sopra e oltre ogni tentativo di ghettizzare, di contrapporre, di mistificare ogni sua parola catalogandola a proprio uso e consumo» dice Invidia. Che richiama anche i principi di «non violenza, della partecipazione, dell’inclusione e dell’incontro promuoviamo la democrazia diretta e il carattere cooperativo della nostra società». Fin qui in generale, poi nello specifico Invidia – a nome degli attivisti locali – dice che c’è stato «l’impegno, del quale il Presidente del CUAC è stato testimone, ad allontanare dal circolo cittadini che manifestassero nostalgia per un approccio di estrema destra alla gestione della cosa pubblica e alla organizzazione della società».
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