Nuove costruzioni a Cardano? “Secondo le regole”
I casi dell'ex Stere, dell'ex Nautilus e del "Villaggio Alzheimer" hanno provocato critiche alla politica del Comune sull'urbanistica. L'assessore Mazzucchelli spiega le scelte. E apre all'idea di una Variante per pensare la crescita della cittadina nel complesso
Una variante generale al Piano di Governo del Territorio di Cardano al Campo? È possibile. L’ipotesi viene messa sul piatto anche dall’assessore all’urbanistica Elena Mazzucchelli.
Il punto è che a Cardano ci sono tante aree dismesse, “pezzi” di territorio da far rivivere e persino da risanare profondamente, come nel caso della ex Stere, di cui abbiamo più volte parlato.
«Sempre più frequentemente viene chiesto di andare in variante al Pgt, ma questo non può essere fatto con leggerezza» premette l’assessore. «Il Piano è stato fatto con una idea di città, con una serie di equilibri: andare in variante continua al Pgt finisce per alterare l’idea di una programmazione. Se qualcuno vuole più volumi e destinazione d’uso diverso, devo valutare l’impatto sulla città. Un piano di lottizzazione significa parcheggi, rifiuti da gestire, bambini che andranno a scuola».
È lo spirito fondamentale delle leggi urbanistiche: fare in modo che l’edificazione di un territorio sia sostenibile, sotto vari punti di vista, non ultimo quello del traffico stradale.
Il tema riguarda almeno tre casi a Cardano al Campo ed è diventato anche oggetto di polemica in vista delle elezioni. Mazzucchelli, da assessore uscente («impegnata fino all’ultimo», assicura) non nasconde i dubbi sull’idea di lasciare mano libera agli interessi privati, senza regole: «Se chi ambisce ad amministrare pensa che si possa mettere mano con leggerezza al Pgt, dico che sono seriamente preoccupata. Prima di essere assessore, sono cittadina di Cardano al Campo: da mamma, mi chiedo che città consegno ai miei figli».
Quali sono i casi? Almeno tre, appunto, sono quelli di cui si è parlato negli ultimi anni.
C’è l’ex Stere, che abbiamo seguito nel suo iter: la vecchia fabbrica, coperta di amianto, è stata acquistata all’asta fallimentare da un imprenditore locale, Vito Rosiello, che vorrebbe edificarci. Fin qui siamo al livello di ipotesi, perché il costruttore vorrebbe un aumento volumetrico – cioè costruire di più – su cui il Comune è perplesso: «È chiaro che quella che viene proposta è una variante al Pgt, lo stesso dottor Rosiello ha dichiarato che ne è consapevole. L’area prevede da Pgt 14mila metri cubi di edificazione, la loro proposta arriva già a 16.606mila mc, sei palazzine. Senza contare che è stata stralciata l’area della villa» (una porzione che il Tribunale aveva scorporato, nel corso della procedura di fallimento, riducendo così la superficie su cui si inserirebbero le nuove costruzioni). La preoccupazione del Comune è legata anche al contesto particolare, a ridosso del centro e affacciato su una via stretta.
Secondo caso, quello del Villaggio Alzhemier in località “al Moncone”, al confine con i Ronchi: è stato proposto dal Melo, non se n’è fatto nulla e il Melo è migrato a Casorate Sempione. «L’amministrazione non ha mai detto di no, ha cercato di condurre le valutazioni» si difende Mazzucchelli. «La lottizzazione prevedeva per 43 unità abitative, è diverso creare una struttura socio-assistenziale, con mini market e ristorante e palestra. Sicuramente per noi era una variante, rispetto al solo residenziale: non abbiamo detto di no, ma amministrazione deve mettere dei punti fermi». In questo caso, comunque, l’occasione pare sfumata.
Terzo caso, l’Area di Trasformazione 2, vale a dire l’area dell’ex Nautilus: «assolutamente non abbiamo mai detto alla proposta di nuovo insediamento commerciale» si difende Mazzucchelli. Che però spiega: «Non si parlava solo di un Tigros, si parlava di centro congressi, negozio per hobbisti, ristorante: non si può pensare che non abbia impatto sulla viabilità». Ma quindi perché è andato a monte? «Le osservazioni sulla viabilità erano condivise dallo stesso tecnico dell’operatore commerciale. Gli intermediari hanno venduto l’intervento come indolore, ma non era così facile inserire in quella zona».
Il caso di fatto più aperto è quello dell’ex Stere. E su questo Mazzucchelli dice che c’è la disponibilità a continuare a lavorare e che non è vero che si è rinviato ogni scelta a dopo le elezioni: «A Rosiello dico: non mi sono mai negata, non è vero che non abbiamo voluto affrontare perché a fine mandato. Mentre discutevamo di altro piano, ho garantito che fino all’ultimo giorno di mandato farò il mio dovere. Però è compito loro presentare la richiesta di variante».
A questo punto non sarebbe opportuno fare una Variante generale al Pgt, per riprendere in mano lo sviluppo in modo organico? «Sì, io dico di sì: in cinque anni ho avuto l’opportunità di acquisire la materia, in maniera specifica dal 2017 in avanti. Ho anche avanzato lo scorso anno la richiesta di una variante, ma i tempi erano già troppo ridotti per una Variante generale».
Comunque l’assessore difende a spada tratta il ruolo dell’ente Comune nella programmazione sul territorio e il suo impoegno personale: «Non ho parenti che operano nell’edilizia, sono spinta dal bene del territorio, sempre più spesso degradato e devastato. Con lo spirito della madre di famiglia e del buon cittadino».
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