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Una “viaggiatrice imbruttita” dai ritardi (e dalle partenze)

Il magistrato Annamaria Fiorillo, pendolare da Gallarate, ha scritto una lettera di protesta al Corriere della Sera su un episodio che anche molti altri viaggiatori hanno vissuto: la chiusura anticipata delle porte

gallarate generico

«Questo sfogo, forse sterile, serve per esosrcizzare il mio senso d’impotenza». C’è tutto lo scoramento dei pendolari nella lettera scritta al Corriere della Sera (dorso di Milano) da Annamaria Fiorillo.

Nota perché magistrato del “caso Ruby“, Fiorillo è pendolare dalla stazione di Gallarate. Alle prese, come migliaia di pendolari, con i piccoli e grandi disagi di ogni giorno. I maxiritardi in caso di pioggia e di neve, ma anche solo «i consueti minuti di ritardo, da 5 a 15» che molto spesso i treni riescono ad accumulare sulla Milano-Gallarate (che è una delle linee più trafficate e problematiche di Lombardia, quindi d’Italia).

L’episodio che ha spinto Fiorillo a scrivere la garbata ma ferma lettera – scritta di getto, dal treno – è avvenuto nella mattina di mercoledì: «Pochi minuti fa ho perso il treno 14011 partito in perfetto orario alle 9.34 da Gallarate. Ha fatto scendere i passeggeri, ha chiuso le porte alle 9.33 (cioè un minuto o qualche secondo prima, come prescrive il regolamento) e ha lasciato fuori me e altri due o tre viaggiatori davanti alle porte che sono rimaste chiuse fino alla regolarissima partenza». È una scena che hanno presente anche altri viaggiatori e che – in molti casi – poggia appunto sul regolamento che , come avevamo ricordato per esempio in relazione a un episodio di quattro anni fa.

E in effetti Fiorillo – che ironicamente si definisce «viaggiatrice milanese imbruttita» – non contesta la probabile regolarità, quando l’applicazione troppo rigida. «L’unica volta in cui un treno è in orario il suo conducente si pavoneggia e ci tiene a dimostrarlo tagliandomi, anzi, tagliandoci fuori. I regolamenti sono regolamenti, ma sono creati da uomini per gli uomini e quindi vanno applicati dagli uomini con umanità», conclude il magistrato.

Pubblicato il 14 Febbraio 2019
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