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Accam, per Cattaneo l’inceneritore ora inquina meno ma servono altri investimenti

Così l'assessore all'Ambiente ha risposto ad un'interrogazione del consigliere 5 Stelle Cenci che ne chiede, invece, la chiusura

raffaele cattaneo accam

«L’impianto Accam, l’Associazione Consortile dei Comuni dell’Alto Milanese, con sede a Busto Arsizio che si occupa di raccolta e smaltimento rifiuti, pulizia strade e incenerimento rifiuti, ha effettuato tra il 2017 ed il 2018 investimenti economici pari a 3.5 milioni di euro con l’obiettivo di rispettare i limiti più stringenti di NOX (ossidi di azoto) e ridurre l’emissione in atmosfera di polveri».

È quanto si legge nella risposta dell’assessore all’Ambiente Raffaele Cattaneo ad un’interrogazione presentata oggi in Consiglio regionale. Il contenuto illustra come nel 2015, la stessa Lombardia, in accordo con ARPA, abbia condizionato l’esito del riesame con valenza di rinnovo dell’AIA all’effettuazione di interventi di adeguamento dell’impianto, in particolare riguardanti il revamping delle linee di trattamento fumi con eliminazione delle acque derivanti dal lavaggio fumi. I Comuni Soci nel frattempo hanno deciso di prorogare la durata dell’impianto fino al 2027.

L’assessore ha ribadito in più occasioni la necessità di proseguire con gli interventi tecnici di ammodernamento a garanzia dell’esercizio in condizioni di sicurezza (in particolare rispetto agli interventi sulle caldaie) come peraltro previsto nel rinnovo dell’aia e come confermato dai soci nel Piano industriale. La visita dell’Assessore all’impianto il 15 febbraio scorso, insieme alla presidenza e alla direzione generale di Accam, ha avuto proprio lo scopo di verificare gli investimenti per l’adeguamento dell’impianto e ricevere rassicurazioni su interventi aggiuntivi che hanno come obiettivo l’ammodernamento e la garanzia dell’esercizio delle attività in termini di sicurezza fino alla data indicata (2027) di chiusura dell’impianto, con una attenzione particolare al rispetto dei valori riguardanti le emissioni in atmosfera.

Per il 5 Stelle Roberto Cenci, invece, «l’inceneritore doveva essere chiuso nel 2017, è obsoleto e la raccolta differenziata ha dimezzato la quantità di rifiuti da bruciare tanto da renderlo assolutamente inutile. Non capiamo perché la chiusura sia stata spostata prima al 20121 e poi nel 2027». Prosegue il consigliere Cenci: “tenere in vita un forno vecchio e estremamente inquinante è assurdo. Per di più le modifiche non sono ancora finite e bisogna intervenire sulle caldaie. Ovviamente è stato utile il lavoro di ammodernamento per la riduzione delle emissioni, ma i 3,5 milioni di euro spesi per sistemarlo, un vestito nuovo a una persona anziana che modifica solo l’aspetto esteriore, potevano essere meglio usati per ripulire l’Ambiente. La Lombardia produce meno rifiuti rispetto al passato. L’anno prossimo avremo 1 milione 100 tonnellate di rifiuti da bruciare. La potenzialità totale degli inceneritori lombardi è 2,5 milioni di tonnellate all’anno. Possiamo già ora spegnere la metà degli inceneritori nella nostra regione. ACCAM può e deve essere spento senza spendere altro denaro pubblico per un inceneritore ormai a fine vita. Tenendolo acceso invece che migliorare la qualità dell’aria e la salute dei cittadini si fa solo un favore al business dei rifiuti».

Il 18 marzo alle 16 l’assemblea dei soci di Accam si riunirà nella sala del consiglio comunale di Busto Arsizio.

Pubblicato il 05 Marzo 2019
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