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Elena Castiglioni si candida sindaco. “Uno sguardo nuovo, al centro Carnago e Rovate”

Vicesindaco e assessore negli ultimi cinque anni, sarà sostenuta dalla lista Visione Comune, con alcuni amministratori uscenti e nuove persone. Tra le priorità il sostegno ai progetti avviati e l'attenzione ai giovani per portare nuove idee

Carnago

Elena Castiglioni è il primo candidato sindaco a uscire “allo scoperto” a Carnago per le elezioni amministrative 2019. Vicesindaco e assessore ai servizi alla persona nella amministrazione uscente, si candida con la lista Visione Comune.

«Vivo a Carnago da sempre, sono cresciuta qui e qui crescono i nostri figli, considero questo luogo casa e lo vivo come tale» spiega Castiglioni, che nella vita è titolare di una società che gestisce musei e progetti culturali.

La sua candidatura è ovviamente nel segno della continuità con l’amministrazione uscente, ma anche con novità: «È stato un percorso in cui ho imparato molto, e sono pronta a rilanciare proseguendo i progetti in corso e proponendo un nuovo sguardo sul territorio» Sguardo richiamato nel nome e nel nuovo simbolo, che richiama anche gli occhiali della candidata. Ma non solo, perché integra anche i nomi di Carnago e della frazione Rovate. «Uno sguardo che abbia Carnago e Rovate come punti focali: insieme a me ci saranno alcuni amministratori uscenti e tanti altri che arricchiscono questo nuovo progetto fatto di rispetto, responsabilità, passione per il servizio civico, con idee forti per il presente e il futuro della nostra comunità».

Castiglioni si presenta richiamando anche le scelte fatte, le priorità, elementi di programma. «Scuola, Bica, Casa della Salute: se dovessi dire da cosa ripartire, non posso che citare questi tre luoghi. Il loro valore non è quello dell’edificato – pur importante e curato – ma la funzione che dentro al luogo si svolge». L’esempio è appunto quello – ormai ben consolidato – della Bica, la biblioteca aperta sette giorni su sette che ha dato a Carnago una nuova centralità nel territorio tra Gallarate, Varese e Tradate. «Dentro a Bica ci si incontra in uno spazio di qualità con un messaggio di formazione continua, di approccio alla cultura per tutti, di un sapere che ti viene incontro e trova la giusta misura per ciascuno. Diciannove nuovi corsi attivati solo in questa stagione; 7 giorni di apertura ordinaria più quasi tutte le serate aperte per ospitare corsi ed associazioni. Quanto costa tutto questo? Poco meno di 15 euro all’anno a persona, che vuol dire circa 100mila euro all’anno: ne vale la pena, è lì che ci giochiamo il nostro futuro».

Stesso approccio viene richiamato anche per il progetto avviato della Casa della Salute (ne avevamo parlato qui), resa necessaria dall’aumento della popolazione in età avanzata. «Oggi il cantiere è in stato avanzato, abbiamo recuperato l’esistente senza nuove costruzioni, a conclusione di un percorso nato quasi venti anni fa con l’acquisto delle aree dismesse da un privato. Fu allora una scelta lungimirante, che va proseguita: su quell’area vi sono ancora edifici privati in degrado e un progetto di ripristino sarà la naturale prosecuzione di quanto fatto sino ad ora: pur tra mille difficoltà, tenendo conto dei legittimi interessi dei privati e con alcune partite ancora aperte, ma su questa strada si deve certamente proseguire».

Infine la scuola, «un cantiere sempre aperto», non solo come spazi ma anche come servizi. «C’è un nuovo modo di intendere i servizi educativi (nido e scuola infanzia) con un percorso 0-6 anni premiato anche da bandi di finanziamento nazionali. E ci sono stati tanti interventi di manutenzione e contenimento energetico: i serramenti nuovi di una parte della primaria, le imbiancature fatte anche con il sostegno di genitori ed insegnanti, le caldaie alla scuola media; i pavimenti nuovi, le imbiancature, il ripristino del manto erboso alla scuola dell’infanzia».

I temi all’ordine del giorno per i prossimi 5 anni? «Il rinnovo del Piano di Governo del Territorio, il passaggio a tariffa puntuale nella gestione dei rifiuti, il recupero di una viabilità lenta e la valorizzazione delle buone prassi di cittadinanza, la conclusione della posa della fibra ottica – indispensabile per le aziende – e la digitalizzazione dei servizi al cittadino. In questo ci possono molto aiutare i giovani, capaci di esplorare il mondo e raccogliere conoscenze e modelli utili, per poi riportarli nella propria comunità. Ci sono esperienze innovative e positive in tanti piccoli comuni d’Italia: noi le abbiamo esplorate e fatte nostre per quanto riguarda la Casa della Salute, ma si può fare su molti altri temi, così pure come noi possiamo esportare buone idee di collaborazione con gli altri enti. Ci sono un sacco di persone che ogni giorno vogliono migliorare le cose: per farlo non servono lamentele ma azioni, e noi siamo pronti ad andare avanti insieme a loro».

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 11 Marzo 2019
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