La spinta dei 15 mila Amici dell’Olona per salvare il fiume
L'avvocato Franco Brumana, dell’associazione ‘Amici dell’Olona’: "Abbiamo reso insopportabile l'inquinamento con la forza della bellezza di un territorio"
“Per denunciare la noncuranza e l’inquinamento, cioè il brutto, abbiamo prima raccontato il bello di questo territorio”. A parlare è l’avvocato Franco Brumana, professionista legnanese che insieme ad un piccolo gruppo di appassionati del fiume, ha fondato tre anni fa l’associazione ‘Amici dell’Olona’ partendo da un gruppo facebook dedicato al fiume.
Da allora si batte per la salvaguardia del corso d’acqua portando avanti battaglie anche dure, come quella sui soldi del risanamento nelle bollette: “Abbiamo iniziato pubblicando foto di angoli suggestivi della Valle o immortalando scorci in cui si potevano ammirare la vegetazione o gli animali che popolano la zona: le persone hanno iniziato così ad interessarsi della salute del fiume e ad accorgersi delle ricchezze del territorio intorno a loro. E’ stato più facile con i legnanesi, che avendo il corso d’acqua all’interno della città, lo potevano osservare ogni giorno. Più difficile interessare gli abitanti del resto della Valle Olona, che hanno il fiume lontano dalle proprie abitazioni, ma siamo riusciti a coinvolgere anche loro. Da allora ci battiamo per la tutela dell’Olona, facendo segnalazioni e denunciando, ad esempio, inadempienze e scarichi sospetti, e riuscendo ad ottenere anche risultati importanti”.
Anche durante l’intervista la schiuma nel fiume, provocata dai tensioattivi, non manca: “La schiuma (causata in gran parte dai detersivi di uso domestico e da un problema di tracimazione anomala degli sfioratori), il cattivo odore e le colorazioni anomale sono fenomeni che creano allarme sociale, perché sono i sintomi più evidenti dell’inquinamento; in realtà c’è una causa più grave: il malfunzionamento dei depuratori”.
In provincia di Varese i depuratori funzionanti sono cinque: a Olgiate Olona, Cairate, Gornate Olona, Cantello e Varese/Pravaccio, ma il primo e l’ultimo sono quelli più problematici. “Il depuratore di Olgiate è quello che serve il maggior numero di persone, mentre quello di Varese/Pravaccio causa più problemi – chiarisce Brumana – e tra l’altro teniamo presente che quest’ultimo riceverà gli scarichi del depuratore di Cantello, che nel prossimo futuro verrà chiuso. Si tratta di una situazione delicata perché si parla di inquinamento batterico, quello che non si vede, ma è il più grave, presente anche quando l’Olona sembra limpido. Teniamo conto che normalmente l’acqua che esce dai depuratori rappresenta il 60% della portata del fiume, quindi sistemare gli impianti è fondamentale”.
Fondamentale per la salvaguardia del territorio, ma non solo: protrarre lo status attuale condurrà a gravi conseguenze economiche, come ci spiega l’avvocato. “A causa delle condizioni dei depuratori, l’Italia è sottoposta ad una procedura sanzionatoria da parte dell’Europa: siamo ancora in una fase pregiudiziale, ma stando a una risoluzione del Consiglio regionale la multa potrebbe essere di 50 milioni di euro. E’ stato invece stimato che sistemare i depuratori costerebbe 18 milioni di euro: occorre quindi lavorare in questa direzione”.
L’associazione ‘Amici dell’Olona’ non intende quindi abbassare la guardia: “Il nostro lavoro di controllo e segnalazione proseguirà senza sosta – promette Brumana – continueremo a rivolgerci ai Comuni, alla Provincia e agli organi di controllo affinché il fiume Olona venga tutelato e protetto”.
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