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“Stiamo divorando il nostro pianeta”, Mercalli rilancia lo sciopero del 15 marzo

Il metereologo è intervenuto insieme a Lidia Maggi all’incontro dedicato all’ambiente al Melo di Gallarate in occasione di Filosofarti

filosofarti luca mercalli gallarate

«C’è un sacchetto di plastica perfino nella fossa delle Marianne – la depressione oceanica più profonda al mondo – e abbiamo a che fare anche con i rifiuti spaziali con cui i nostri strumenti rischiano spesso di entrare in collisione durante le operazioni».

A parlare, nella serata di giovedì 28 febbraio, è il meteorologo Luca Mercalli all’incontro dedicato all’ambiente al Melo di Gallarate in occasione di Filosofarti. Questo evento in particolare, è organizzato da Teofilosofarti, percorso che attraversa la rassegna cercando di offrire uno spazio di riflessione e di scambio su temi e problemi, partendo da uno sguardo cristiano, credente, sulla realtà, in dialogo con la laicità, le culture, le religioni. Per questo motivo era presente anche Lidia Maggi, pastore battista.

Il discorso del meteorologo è stato schietto, per nulla imbonitore, con l’obiettivo di scuotere le coscienze del pubblico: quello che sta succedendo al nostro pianeta, infatti, in pieno periodo che gli studiosi hanno ormai definito come “antropocene”, è assolutamente nuovo ed epocale. Secondo Mercalli ciò che l’uomo ha costruito e realizzato si sbriciolerà e si distruggerà, tranne l’inquinamento e la spazzatura.

Tutto ciò è accaduto nel giro di appena un secolo:«Stiamo divorando la casa comune, dice il Papa», con le sue parole Mercalli si lega all’enciclica papale del 2015 Laudato si’, orientando il problema ambientale verso l’avidità umana, vera causa della malattia del nostro pianeta. Infatti, preleviamo risorse e restituiamo rifiuti e, se si continuerà così, nel 2050 avremo bisogno di tre pianeti per soddisfare i bisogni di tutti gli abitanti. Le conseguenze dirette saranno degrado, malattie e lotte tra nazioni per la sopravvivenza.

Collegandosi, pur da laico, alla lettera papale, Mercalli ha proposto delle riflessioni sulle leggi fisiche alla base della vita sulla terra, che sono inderogabili. Sulla stessa linea di Papa Francesco, si pone la necessità di «rinunciare all’eccesso dello sviluppo e rendere le risorse mondiali disponibili a tutti». Bisogna dunque darsi dei limiti, è il suggerimento, non solo di distribuzione delle risorse e del loro sfruttamento, ma anche demografici.

Ma quanto tempo ci rimane? Mercalli, seppur real-pessimista in merito all’urgenza ambientale, ha ancora qualche margine di speranza: «non tutto è perduto, bisogna, però, intervenire al più presto. È la prima volta nella storia dell’uomo in cui i padri compiono danni permanenti sulle generazioni future, persino su quelle che ancora non sono nate».

Mercalli a fine intervento ha passato la parola a Lidia Maggi, che ha riflettuto sulla questione ambientale da un lato spirituale e culturale. Il problema culturale evidenziato dalla teologa riguarda la perdita, da parte dell’umanità, del suo legame con la terra: riferendosi alla Bibbia, la Maggi ricorda come queste grandi narrazioni avessero al loro centro proprio questa connessione tra individuo e terra.

«Ora la terra è una casa da saccheggiare, dove non esiste un limite. Allora bisogna recuperare quelle storie antiche, che forse abbiamo letto male ed utilizzato per controllare tutto ciò che ci circondava in passato, ma sono storie che ci mettono in relazione con la terra», afferma la Maggi, desiderosa di vedere le antiche narrazioni e il sapere scientifico far fronte unico nella battaglia per la salvaguardia del pianeta.

«Il futuro è una promessa da rinegoziare per ogni generazione», continua la Maggi: non arriva in automatico, non lo si subisce. Lo si sceglie. «L’età delle conseguenze è arrivata», incalza Mercalli con la citazione di Churchill e conclude l’incontro invitando tutti a partecipare allo sciopero mondiale del 15 marzo. Se la partecipazione dei più giovani sarà consistente tanto da scuotere le più alte sfere di politici ed economisti mondiali, forse, quella ragazzina, Greta Thunberg, ce la farà.

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Pubblicato il 01 Marzo 2019
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