Il 25 aprile, per “prendersi cura degli ideali di giustizia e libertà”
Al parco delle rimembranze le celebrazioni nel ricordo dei partigiani e di tutti i Caduti per la liberazione d'Italia dal nazifascismo
Anche Lonate Pozzolo ricorda i Caduti per la Liberazione d’Italia, nel giorno del 25 aprile.
La commemorazione si è svolta al Parco delle Rimembranze. «Celebriamo gli eventi di 74 anni fa, quando, al termine della Seconda Guerra Mondiale, la nostra nazione veniva liberata dal giogo del nazifascismo, grazie all’azione dei tanti coraggiosi che hanno combattuto per la libertà» ha detto il sindaco Nadia Rosa, nel suo intervento.
«È una giornata di Festa Nazionale, certamente, ma deve essere soprattutto la giornata in cui ricordiamo questi momenti di ribellione per riconquistare la libertà che ha portato poi alle conquiste dei mesi successivi: la nascita della Repubblica Italiana e della sua Costituzione democratica e antifascista. È la giornata su cui si fonda la nostra democrazia. La seconda Guerra Mondiale ha devastato l’Italia, l’Europa e il mondo intero, con atrocità che erano e sono inimmaginabili, anche se purtroppo reali. Occorre sempre avere memoria di quanto accaduto, per evitare di ripetere gli errori, e soprattutto gli orrori, del passato. Ricordare non è così scontato. Gli anni passano, passano le generazioni e il rischio è di perdere quella memoria così preziosa, specialmente ora che con il trascorrere del tempo sono sempre meno i testimoni diretti di quel passato. C’è una citazione, molto celebre ma che per questo non deve essere considerata né banale né scontata: “Coloro che non ricordano il passato sono condannati a ripeterlo” (George Santayana). È importante, anzi è fondamentale mantenere la consuetudine della celebrazione della Festa Nazionale del 25 aprile. Serve un ideale passaggio di testimone che parta dai ragazzi che 74 anni fa combatterono per la nostra libertà, passi dalle generazioni che hanno vissuto il dopoguerra, arrivi a noi e prosegua alle giovani generazioni di oggi e così via».
«L’indifferenza, il non riconoscimento o peggio, come purtroppo capita, il disprezzo del valore di quei momenti non porta a nulla di buono. Negare l’importanza di questa giornata è un’offesa per tutti gli italiani ed è un’offesa soprattutto per chi ha sacrificato sé stesso, perdendo la vita nel perseguire un’ideale di libertà, libertà di cui beneficiamo noi oggi. Oggi noi dobbiamo fare nostra l’eredità che ci hanno lasciato i partigiani che hanno lottato contro il nazifascismo: ci hanno donato la libertà offrendo sé stessi, partecipando attivamente in prima persona, in maniera altruistica, in nome di un ideale comune. Non facciamo che una simile enorme eredità si disperda. Faccio mie le parole di Primo Levi che, sopravvissuto al lager di Auschwitz, ne raccontò la tragica esperienza con un preciso scopo: “Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre.” Il passato deve essere conosciuto, tramandato, raccontato, insegnato, analizzato. Dobbiamo avere gli strumenti per capirlo e non banalizzarlo in diatribe futili e decontestualizzate. Il 1945 è stata la liberazione di tutta l’Italia ottenuta da tutto il popolo italiano. Il 25 aprile è la sconfitta della dittatura, è la vittoria degli ideali di libertà e democrazia, che accomunano tutti noi. E’ questo il vero significato della Resistenza che oggi celebriamo: la cura degli ideali di giustizia e libertà. I soli che possano essere fondamento di un mondo di pace. Per questo motivo non possiamo ridurre questa ricorrenza a un’abitudine rituale e ripetitiva ed è per questo motivo che la celebrazione di questa Festa proseguirà per tutta la giornata, non limitandosi al ricordo dei caduti, ma con altre due iniziative nel pomeriggio e in serata presso la Sala Civica».
«Non dobbiamo dimenticare cosa significa vivere sotto una dittatura. Per nostra fortuna la maggior parte di noi non l’ha sperimentato, ma ci sono tanti popoli ancora oggi sottomessi alla violenza e ai soprusi di un dittatore. E’ anche per loro che occorre ricordare i valori della libertà e della democrazia, perché gli orrori della guerra finiscano e non si ripetano mai più. La guerra ancora oggi si svolge appena al di là dei nostri confini ed è importante che tutti testimoniamo ogni giorno il valore della pace e soprattutto che ripudiamo le divisioni e l’odio, i soprusi e le ingiustizie. Dobbiamo essere contrari a ogni tipo di razzismo, xenofobia o paura del diverso, dobbiamo lottare attivamente contro le discriminazioni di genere o verso i più deboli perché non possiamo dimenticare quali sono state per esempio le conseguenze e gli effetti delle leggi razziali in Italia nel 1938, ma anche, in tempi più recenti gli odi razziali della ex Jugoslavia. Ogni atteggiamento di questo tipo, anche quando è declinato in ambiti più ristretti o personali, ha conseguenze potenzialmente devastanti. Come disse Pietro Calamandrei: “La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare”».
Rosa ha ricordato anche il ruolo delle donne nella Resistenza e i partigiani lonatesi che diedero la vita, «i fratelli Giassi e Domenico Lanceni», oltre a «tutti i caduti per la patria».
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