Amsc, Forza Italia attacca il Pd: “Ora si dimettano e chiedano scusa”
Peroni, Carù, Petrone e Pedroni lanciano la controffensiva nei confronti degli ex-amministratori comunali del Pd che avevano avviato la causa milionaria: "La sentenza demolisce il teorema del malaffare"
Dopo la sentenza dei giudici del Tribunale di Milano sulla causa per responsabilità amministrativa da 26 milioni intentata nel 2014 da Amsc nei confronti di 23 ex-dirigenti tra i quali Nino Caianiello (l’unico condannato al pagamento di 100 mila euro, ndr), arriva il momento dell’operazione verità e della richiesta di dimissioni da parte degli esponenti di Forza Italia nei confronti degli attuali consiglieri comunali del Pd che, quando erano al governo della città, l’avevano intentata.
Nino Caianiello dovrà pagare 100mila euro ad Amsc. Ma all’azienda la causa costa cara
Oggi il risultato di quella causa pesa per 1,36 milioni di euro sulle casse della stessa municipalizzata che è stata condannata a pagare le spese processuali a favore degli avvocati che hanno difeso quei dirigenti. Parcelle da 40-45 mila euro l’una che stanno già arrivando all’indirizzo della municipalizzata e che – stando a quanto sostengono gli esponenti di Forza Italia, Isabella Peroni in primis – vanno pagate in toto e senza la possibilità di rateizzare.
Le ricadute di questa vicenda, secondo gli azzurri gallaratesi, andranno a condizionare direttamente l’amministrazione comunale che non potrà usare gli utili di Amsc e, anzi, dovrà fare una variazione di bilancio per inserire questa spesa.
Per il responsabile provinciale degli enti locali Marcello Pedroni cita una frase di Berlusconi:«L’amore vince sempre sull’odio. Quello di Guenzani non era un atto dovuto ma un vero e proprio atto di odio che è tornato indietro come un boomerang ma colpisce l’amministrazione attuale e soprattutto i cittadini di Gallarate. Non si governa distruggendo quello che hanno fatto gli avversari. Loro hanno voluto distruggere e i gallaratesi li hanno lasciati a casa.
L’assessore al bilancio Moreno Carù analizza la sentenza: «Il Pd nel 2011 aveva basato tutta la sua campagna elettorale su una menzogna che additava Forza Italia di mala politica e malaffare. Qui oggi abbiamo la conferma che quelle persone erano oneste e trasparenti. Non c’erano ragioni tecniche e giuridiche per questa azione di responsabilità e lo conferma il fatto che non sono mai chiesti pareri legali. Lo avevamo chiesto nel 2014 ma Spairani ci rispose che non c’erano pareri legali scritti. L’unico documento in loro possesso era una due diligence fatta da Ernest and Young. Il risultato è che nessun convenuto è stato condannato per responsabilità amministrativa. La sentenza dice che non c’erano buchi. Non vi è la prova del danno. Non ci sono collegamenti tra azioni e danno. La causa viene definita piena di errori, i danni non risultano logicamente configurabili, la documentazione presentata era illeggibile, un balletto continuo di importi diversi indicati negli atti. Hanno tenuto 23 persone tenute sulla graticola per anni facendo perdere loro molti incarichi. Per 10 di loro, inoltre, c’era anche la possibilità di prevedere la prescrizione». Carù ha citato molti casi segnalati nell’azione di responsabilità, in cui la sentenza dice che non c’era alcuna malagestione (piscina moriggia, consorzio Seprium, piscina di Saltrio).
Carù, che ha anche la delega di Amsc, prosegue e rincara la dose: «Hanno distrutto un’azienda. Non ci sono più rami produttivi che producano flussi di cassa, a parte le farmacie. Hanno svenduto il commerciale gas, le reti idriche sono state vendute a Prealpi gas, il ramo rifiuti è andato ad Ala. In tutto hanno incassato 40 milioni, soldi che hanno pure speso male perchè 10 milioni li hanno usati per estinguere un mutuo a tasso quasi zero.
L’assessore al bilancio prospetta uno scenario ancora peggiore perchè potrebbero arrivare altre richieste di danni che farebbero crescere 1,36 mln da pagare (e a questi vanno aggiunti i 300 mila euro per Seprio Park) e conclude: «Adesso molti dei dirigenti di allora fanno i Ponzio Pilato mentre il pd ci dice oggi che dovevamo fermare la causa noi senza dire che non era più possibile fermarla. Quello che possiamo fare ora è segnalare alla corte dei conti che useremo soldi pubblici per pagare queste spese. Dalla risposta che ci darà potremo capire se ci si potrà rivalere a nostra volta su chi ha causato questo danno economico».
L’assessore all’Urbanistica Alessandro Petrone entra nel merito della seconda azione proposta da Forza Italia: «Chiediamo le dimissioni di amministratori pubblici che hanno attinto a piene mani dalle tasche dei cittadini non per garantire servizi di qualità ma per portare avanti un’azione forcaiola e distruttiva nei confronti di chi li aveva preceduti. Guenzani, Silvestrini, Pignataro, Nicosia dovrebbero avere la dignità di chiedere scusa ai cittadini e di dimettersi. Nella loro foga distruttiva hanno messo in piedi una campagna diffamatoria senza precedenti. Oggi i fatti smentiscono un teorema accusatorio in nome di una presunta superiorità morale di cui ancora oggi si ritengono custodi. Mi derisero nel 2011 quando posi delle domande. Questo danno ci costringerà a ragionare in maniera diversa su alcune opere come l’ampliamento della biblioteca e l’area feste e asfalti».
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