Arresti per droga tra Italia e Spagna, rispunta il nome della ‘ndranghetista “Mamma eroina”
Gli uomini del comando provinciale dei carabinieri di Varese sono entrati in azione in un’operazione coordinata dalla Dda di Milano e le autorità spagnole
Gli uomini del comando provinciale dei carabinieri di Varese sono entrati in azione giovedì mattina, 4 aprile, in un’operazione coordinata tra i Italia e Spagna per l’arresto di 20 persone ritenute responsabili di un’organizzazione criminale transnazionale dedita al traffico di hashish importato dal Marocco alla Spagna e successivamente in Italia.
I carabinieri varesini sono entrati in azione, nello specifico, per condurre 6 arresti sotto la direzione della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano e del giudice per le indagini preliminari del tribunale di Milano, in sinergia con il nucleo cinofili della guardia di finanza di Malpensa. Sono state eseguite anche numerose perquisizioni per la ricerca degli stupefacenti.
Contemporaneamente, in Spagna, nella provincia di Malaga – grazie al coordinamento assicurato da Eurojust – la Guardia Civil e l’Udyco (Unidad de Droga y Crimen Organizado del Cuerpo Nacional de Policia) è stato eseguito un provvedimento di cattura emesso dalla Fiscalia di Malaga nei confronti di 14 indagati, 11 di nazionalità spagnola e 3 italiani.
Il referente dell’organizzazione per l’Italia, Denis Sarro, è stato arrestato dalla Guardia Civil a Malaga. L’uomo, pluripregiudicato per reati in materia di stupefacenti era già finito in manette nel giugno del 2018 durante un blitz dei poliziotti spagnoli a Malaga, dove si era rifugiato per sfuggire ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Milano. Il nome di Sarro non è nuovo agli investigatori italiani: il 34enne è il convivente della nipote della defunta Maria Serraino, che negli anni ’80 del secolo scorso gestiva la vendita dell’eroina in piazza Prealpi a Milano per conto dell’omonima cosca della ‘Ndrangheta reggina. Maria Serraino per la sua attività era soprannominata Mamma cocaina.
L’indagine, avviata nei primi mesi del 2018 e conclusa nel mese di settembre dello scorso anno, è stata condotta sotto l’egida di Eurojust, organo costituito a L’Aja (Olanda) per realizzare la cooperazione giudiziaria tra i paesi dell’Unione Europea. L’organismo, recependo le istanze della Spagna, nel mese di aprile del 2018 ha costituito una Squadra Investigativa Comune tra la polizia giudiziaria spagnola ed i Carabinieri del Comando Provinciale di Varese.
Nel corso dell’attività si è scoperta l’esistenza di un gruppo criminale composto da cittadini italiani e spagnoli, contigui alla criminalità organizzata di entrambi i paesi, che operava con base logistica a Malaga ed importava hashish dal Marocco alla Spagna utilizzando gommoni e piccole imbarcazioni. La droga viaggiava poi verso tutta l’Italia, in particolare verso il Nord Ovest e la Campania, occultata fra le merci di tir, furgoni ed altri veicoli.
All’organizzazione gli inquirenti hanno contestato tre importazioni ingenti di hashish: la prima di una tonnellata, transitata per lo stretto di Gibilterra la notte tra il 31 marzo e il 1 aprile del 2018 ed in parte ceduta nel milanese, la seconda di 300 chili, importata a maggio, e l’ultima di altri 370 chili, 230 dei quali giunti sul territorio nazionale il 25 giugno del 2018, nascosti all’interno di un tir carico di arance proveniente da Barcellona e sequestrati al mercato ortofrutticolo di Pagani (SA) dai Carabinieri del Reparto Territoriale di Nocera Inferiore.
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