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Azzannato da un cane della polizia, operaio ferito in Germania

Era in camera in albergo, gli agenti sono entrati dopo essere stati chiamati per un'effrazione, ma hanno sbagliato bersaglio. "Sono finito in ospedale con un'infezione"

Generico 2018

Brutto episodio per un operaio di Samarate che si trovava in Germania per lavoro: nel corso di un controllo di polizia è stato azzannato da un cane poliziotto e ha riportato ferite che l’hanno costretto in ospedale.

L’episodio risale a lunedì notte. «Sono in Germania, ad Hagen, per lavoro» spiega l’uomo, operaio in un’azienda varesina. «Ero in albergo, ero in camera e ho sentito urlare “polizia, polizia”. Quando ho aperto ho sentito latrare parole in tedesco, sono entrati a pistole spianate. Parlo inglese, spagnolo e italiano, non tedesco: sul momento non ho capito cosa chiedessero» racconta. «A quel punto mi hanno aizzato contro il cane, che mi ha azzannato».

Nel senso letterale: il cane ha lasciato buchi all’altezza del ventre e l’operaio è finito in ospedale. «Sono ricoverato qui vicino ad Hagen, mi hanno ricoverato, sospettavano un’infezione. Ora pare che mi dimettano sabato mattina».

L’episodio è confermato dalla polizia del Nordreno Westfalia, che ha diffuso un comunicato stampa in cui si parla di una «sfortunata concatenazione di eventi»: era stata segnalata una effrazione, un dipendente dell’albergo ha segnalato che l’ala della struttura non ospitava nessuno, nonostante gli operai italiani vi alloggiassero da qualche giorno. A questo punto l’operaio samaratese è stato scambiato per un ladro.

La polizia dice di aver richiamato l’operaio che si trovava all’esterno della camera, ma l’interessato lo smentisce: «Ero in camera, ho sentito solo gli ordini “polizia polizia” in tedesco». Non è escluso che l’operaio faccia causa per l’episodio: del fatto è informato anche l’ufficio legale del competente consolato italiano.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 12 Aprile 2019
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