Consulte, “ora l’amministrazione si interroghi sulla partecipazione democratica”
Ventisei candidati per venticinque posti: "Andremo a votare per escluderne uno, mentre i membri uscenti in gran parte non si sono ricandidati"
«Chiusa la seconda chiamata, ci sono 26 concorrenti per 25 posti». Carmelo Lauricella sintetizza così il risultato della doppia chiamata alla partecipazione alle Consulte rionali di Gallarate. Che si è conclusa, appunto, con un numero di candidati appena sufficiente a coprire tutti i posti.
«Andremo a votare per escluderne uno: quattro circoscrizioni sono complete, in una sola si dovrà votare e solo per lasciare fuori un candidato» continua Lauricella, consigliere del Pd che interviene sul tema anche perché – come altri consiglieri – viene da un’esperienza, anni fa, nelle allora Circoscrizioni, enti intermedi e consultivi poi abrogati negli anni della austerity da governo tecnico.
Le consulte sono state pensate dall’amministrazione Cassani come sostituite delle circoscrizioni, ma anche come versione – più mediata dalla politica – del bilancio partecipato, che era stato introdotto dall’amministrazione Guenzani e che è stato eliminato (le consulte hanno il compito di indicare all’amministrazioni un’elenco di priorità). Il consigliere Pd ragiona anche in confronto al primo esperimento di consulte, quelle elette nel 2017 e rimaste in carica due anni: «Nella precedente tornata c’erano stati tre candidati per ogni posto in consulta. Oggi siamo all’uno a uno. È un commento non sarcastico, ma reale: l’amministrazione comunale deve porsi la questione di quale politica per la partecipazione democratica».
«C’è una sorta di astensionismo del “secondo livello”: anche i componenti delle precedenti consulte in gran parte non si sono ricandidati, né quelli che hanno ricevuto plauso, né quelli che erano stati “bacchettati” dal sindaco per lo scarso risultato» (di tutti i precedenti membri di circoscrizioni solo due si sono ricandidati, uno a Cedrate-Sciarè e uno ad Arnate-Madonna in Campagna, ndr).
«Questa “razionalizzazione” delle modalità potrebbe voler dire semplicemente tagliare i costi della democrazia, come ebbe a dire Fini».
Ma più in generale Lauricella pone il tema, appunto della partecipazione: «Questo è tutto ciò che si intende proporre come partecipazione democratica? A mio parere c’è qualcosa che non va. Si pensa alla partecipazione come organi che ascoltano dall’amministrazioni, più che parlare all’amministrazione, proporre». E le altre consulte, per cui ora si aprono i termini? Si vedrà la partecipazione, anche se in questo caso si tratta di uno strumento nuovo e che coinvolge anche le associazioni. «L’appunto che facciamo è la rimozione della consulta degli stranieri: in qualche modo si scelgono categorie degne o meno di essere consultate, anziché allargare il numero di persone coinvolte».
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