Sette chili di esplosivo in garage, l’ombra della ‘ndrangheta
L’uomo, incensurato, morto all’anti vigilia di Natale ma considerato contiguo agli ambienti criminali della locale. Indaga l’antimafia
L’inchiesta sulle estorsioni nei locali dell’hinterland di Malpensa, gli arresti della droga a Lonate Pozzolo: a questi fatti si collega il clamoroso ritrovamento di sette chili di esplosivo ad alto potenziale rinvenuto dai militari della compagnia di Busto Arsizio.
Sette chili di gel esplosivo da cava, in grado di far4 saltare in aria interi palazzi è stato trovato a Ferno dai carabinieiri della stazione di Lonate Pozzolo.
Oltre ai 7 chili di esplosivo ad alto potenziale da un garage è saltato fuori anche un fucile a canne mozze calibro 12 ed una pistola calibro 6.35 con matricola abrasa, oltre ad un centinaio di cartucce dei due calibri: tutto sequestrato.
L’arsenale è stato rinvenuto nel garage di Nicodemo Abbruzzese, settantenne originario di Cirò, Crotone, da anni dimorante nel Varesotto che sino al 23 dicembre 2018, data del suo decesso, si trovava presso la sua abitazione in regime di arresti domiciliari.
L’uomo, incensurato, era stato arrestato il 4 settembre 2018 in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere disposta dal Gip del tribunale di Busto Arsizio per il reato di estorsione in concorso ad altri, consumata ai danni dei titolari egiziani di una pizzeria d’asporto.
L’esplosivo, fatto brillare in luogo sicuro dagli artificieri antisabotaggio del Nucleo Investigativo di Milano, è stato prodotto per il normale utilizzo nelle cave estrattive da un’azienda toscana.
Solo pochi mesi prima (ottobre 2018), nella stessa zona, i carabinieri di Busto Arsizio avevano eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nei confronti di 15 soggetti, appartenenti ad una ramificata rete di traffico e spaccio di sostanze stupefacenti.
Tra questi Emanuele De Castro, già condannato per associazione mafiosa in quanto affiliato alla locale di ‘ndrangheta di Legnano-Lonate Pozzolo.
Le indagini, coordinate dalla Procura Distrettuale Antimafia di Milano, tendono a verificare anche se vi sia un nesso tra i recenti arresti e quanto sequestrato.
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