“I defibrillatori ci sono, ma non sempre collocati nei luoghi adatti”
Il responsabile del 118 di Varese, Guido Garzena, invita i comuni a valutare meglio la collocazioni di questi strumenti. Nel Varesotto ce ne sono 1200, ma non tutti quelli esistenti sono segnalati alla centrale 118
Dotare di defibrillatori tutti gli scali aerei, ferroviari e marittimi ma anche i mezzi di trasporto che da quei terminali partono. Chiaramente, è necessario formare personale dedicato all’uso di questi apparecchi importanti in caso di arresto cardiocircolatorio. È il contenuto di una proposta di legge, a prima firma Giorgio Mulè (FI), di cui è iniziata nei giorni scorsi la discussione in Commissione Affari Sociali alla Camera.
La diffusione massima di questi strumenti è importante ma non basta a garantire la soluzione delle emergenze sanitarie. Il dottor Guido Garzena, responsabile del 112 NUE di Varese e coordinatore del 118, sottolinea l’importanza di costruire una rete efficiente e razionale per la risposta tempestiva davanti alle urgenze di tipo cardiaco: « Che i defibrillatori siano importantissimi per salvare la vita di chi viene colpito da arresto cardiaco, è cosa risaputa – commenta il dottor Garzena – E anche piuttosto diffusa la conoscenza di come si utilizzano, e lo confermano i dati sulla partecipazione ai tantissimi corsi organizzati sul territorio in cui si insegnano le tecniche di rianimazione di base, compreso l’utilizzo dei defibrillatori.
Quello che invece va fatto è una revisione della loro collocazione. Spesso i Comuni dispongono di un numero di defibrillatori sufficiente, ma non sempre le apparecchiature vengono notificate al 118, come invece andrebbe sempre fatto, e, soprattutto, non sempre vengono posizionate in maniera funzionale.
Quando si acquista un defibrillatore, infatti, è fondamentale registrare l’apparecchiatura alla centrale operativa del 118, che detiene l’anagrafe di tutti questi strumenti, con il dettaglio sulla loro collocazione. In questo modo, in caso di emergenza, gli operatori del 118 possono dare indicazioni precise alle persone presenti affinché inizino le manovre salvavita in attesa dell’arrivo dell’ambulanza. In caso di arresto cardiaco, infatti, ogni secondo è prezioso e intervenire prontamente con il massaggio cardiaco e il defibrillatore fa la differenza non solo tra la vita e la morte, ma anche per la salvaguardia della funzione cerebrale. (LA MAPPA DEI DAE IN LOMBARDIA)
Importantissimo, poi, è collocare i defibrillatori nei posti giusti, che devono essere facilmente accessibili in caso di necessità e ben distribuiti sul territorio tenendo conto dei percorsi dei cittadini e delle attività che si svolgono nelle diverse zone del comune.
Spesso, girando per i Comuni, scopro che i defibrillatori sono collocati in maniera non funzionale, lontano dai posti in cui l’affluenza o la particolare attività che vi si svolge ne richiederebbe la presenza. La centrale operativa del 118 è a disposizione dei Comuni per verificare la situazione e indicare la corretta collocazione di ogni apparecchiatura sul territorio.
Per quanto riguarda il numero di defibrillatori presenti in Provincia di Varese, sono tranquillo: fermo restando il principio per cui più ce n’è, meglio è, il numero di defibrillatori presenti è adeguato alla necessità. Dei 10mila defibrillatori presenti in Lombardia, 1200 sono in Provincia di Varese. Quello che va migliorato è la loro collocazione, non tanto sul territorio provinciale, ma a livello dei singoli comuni, affinché, in caso di emergenza, l’apparecchiatura sia sempre disponibile in tempi rapidi .
Vorrei aggiungere un ulteriore appello, che riguarda il servizio di elisoccorso: chiedo ai Sindaci di individuare e comunicarci delle piazzole nel territorio di loro competenza in cui far atterrare, nei casi di intervento, l’elicottero del 118. Non si tratta di piazzole attrezzate, che già ci sono, ma di punti in cui atterrare per essere più vicini ai pazienti che hanno bisogno di noi».
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