Fontana sentito dai magistrati: “Ho chiarito. Ora sono più sereno”
Oltre al governatore è stato ascoltato anche Giuseppe Zingale, direttore di Afol, sull'istigazione alla corruzione sull'incarico ad un'avvocatessa che aveva collaborato con Lara Comi
Oggi è stato il giorno degli interrogatori di Giuseppe Zingale, considerato dagli inquirenti uomo di Caianiello e direttore dell’Afol (azienda di Regione Lombardia che propone servizi integrati per la formazione, l’orientamento e il lavoro), e del governatore lombardo Attilio Fontana.
Il primo è indagato per istigazione alla corruzione insieme a Nino Caianiello nei confronti del governatore mentre la posizione di Fontana è stata stralciata dai pm e riguarda un presunto abuso d’ufficio per aver affidato alcuni incarichi diretti al socio di studio ed ex-consigliere regionale Luca Marsico.
Fontana, accompagnato dal suo legale Jacopo Pensa, è stato interrogato per tre ore dal Gip e dai magistrati: «Sono sereno. Ho chiarito la mia posizione». Ai cronisti non ha detto molto di più e ha lasciato Palazzo di Giustizia per fare ritorno a Palazzo Lombardia. I pm hanno voluto ascoltarlo, in particolare, sulla nomina come membro esterno del Nucleo di valutazione degli investimenti pubblici per il quale percepisce circa 11500 mila euro l’anno e 185 euro a seduta e su altri due incarichi affidatigli sempre sulla fiducia. Per i magistrati il governatore avrebbe usato i suoi poteri per favorirlo in quanto socio di studio e per aiutarlo a risolvere alcuni problemi economici che si sono palesati proprio in questa inchiesta.
L‘abuso d’ufficio di cui è accusato Fontana sarebbe la conseguenza dell’istigazione alla corruzione che Caianiello, il ras di Forza Italia nel Varesotto, avrebbe esercitato sul presidente regionale proponendo (e ottenendo) l’incarico di direttore di Afol per Giuseppe Zingale in cambio di consulenze per Marsico, mai concretizzatesi.
Zingale, difeso dall’avvocato Francesca Cramis, ha risposto alle domande dei magistrati chiarendo innanzitutto la sua posizione in Afol che è stata ottenuta tramite un bando, invece, che le consulenze a Marsico non le avrebbe date come scambio ma soltanto in base al rapporto professionale e fiduciario per via della concoscenza risalente nel tempo: «Una cosa è l’incarico fiduciario e un’altra è la partecipazione all’organismo di vigilanza per il quale avrebbe dovuto fare domanda e partecipare al bando ma Marsico non l’ha mai fatto».
Il direttore di Afol ha spiegato che la consulenza alla società riconducibile a Lara Comi non sarebbe altro che un incarico fiduciario affidato all’avvocato Maria Teresa Bergamaschi, indicata dall’eurodeputata saronnese durante una visita istituzionale all’Afol: «Durante quell’incontro ho chiesto a Lara Comi, nella sua veste di europarlamentare, di indicarmi un professionista che potesse aiutarmi a sviluppare un progetto relativo alla formazione europea». A dimostrazione di questa tesi Zingale ha messo a disposizione l’intera corrispondenza relativa ai contratti oggetto della contestazione.
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