Indagine su Forza Italia, le mani di Caianiello sugli affari dell’inceneritore
Il politico forzista, finito in carcere nell'inchiesta Mensa dei Poveri, pilotava nomine e assunzioni in Accam attraverso la presidente Bordonaro e il consigliere Bilardo. Per i magistrati era il vero amministratore
L’indagine “Mensa dei poveri” fa emergere come Nino Caianiello sia considerato dai magistrati l’amministratore di fatto di Accam, la società che gestisce l’impianto di incenerimento di Busto Arsizio, per tramite dell’amministratore delegato Laura Bordonaro e del consigliere di amministrazione Alberto Bilardo. Da anni la società è al centro delle polemiche politiche tra chi vorrebbe chiudere l’inceneritore e riconvertire l’attività e chi, invece, ne continua a prolungare la vita. Da sempre Accam è una società pubblica in cui la politica ha sempre pesato molto più degli esperti del settore della gestione rifiuti.
Dall’inchiesta “Mensa dei Poveri” emerge come Laura Bordonaro sia stata nominata in quota Caianiello. Gli inquirenti la definiscono partecipe all’associazione a delinquere in quanto avrebbe operato “sotto la costante direzione del politico gallaratese, arrivando a definirla l’alter ego all’interno della società in house . Secondo i magistrati avrebbe accettato, con piena consapevolezza. di essere etero-diretta e strumentalizzata con riferimento a tutte le più importanti scelte gestionali dell’azienda pubblica, con particolare riferimento alle scelte che implicano l’allocazione di risorse pubbliche, e più precisamente, l’individuazione dei soggetti da nominare a cariche dirigenziali , l’individuazione dei professionisti da favorire con il conferimento di incarichi o consulenze, sovente privi di qualsiasi utilità societaria, ma funzionali soltanto a giustificare formalmente l’esborso di denaro pubblico in favore di persone vicine ai membri del gruppo di Caianiello, ovvero disponibili a retrocedere ai componenti del sodalizio parte dell’importo relativo all’incarico, in tal modo ottenuto. Agisce, con una piena, consapevole ed incondizionata adesione al programma criminoso del sodalizio a cui presta le sue capacità professionali.
Alberto Bilardo, invece, avrebbe curato gli interessi dell’associazione operando nella qualità di consigliere di amministrazione della società a partecipazione totalmente pubblica e quale segretario cittadino di Forza Italia del comune di Gallarate fino al l’1 agosto 2018, con il compito di mantenere le relazioni con i privati corruttori, anche grazie all’attività professionale del suo studio di ingegneria civile che svolge in palese conflitto di interessi con i paralleli incarichi politici e di governance di società municipalizzate.
Anche lui, sotto la costante etero-direzione di Caianiello, avrebbe svolto, inoltre, il compito di mantenere gli equilibri all’interno della società in house ACCAM spa, grazie anche al rapporto diretto che lo stesso intrattiene con il direttore generale Paola Rossi. Anche per lui la Procura sostiene che agisce con consapevole adesione al programma criminoso del sodalizio a cui presta le sue capacità professionali.
Caianiello interviene costantemente e prepotentemente nella programmazione e nella successiva attuazione di tutte le più importanti scelte gestionali dell’azienda pubblica alla quale è formalmente estraneo ed, in particolare, nella scelta dei soggetti cui affidare le nomine dirigenziali o ai quali affidare incarichi o consulenze. In un caso fa lievitare il numero dei componenti di un tavolo tecnico da 5 a 7 elementi col solo scopo di poter inserire un suo uomo di fiducia.
Un altro caso in cui il ruolo di Caianiello emerge in maniera chiara è la nomina di Alessandro Crescenti in quanto legale rappresentante della E.S.T.R.O. Ingegneria S.r.l., di Milano. Bordonaro e Caianiello promettevano ed effettivamente conferivano alla suddetta società un fittizio incarico di consulenza tecnica avente per oggetto l’analisi dell’impianto di termovalorizzazione di Busto Arsizio al fine di verificare la sussistenza del prosieguo dell’attività fino al 2027, dell’importo di 7.000,00 euro Iva esclusa in cambio della promessa e della successiva retrocessione, materialmente avvenuta per il tramite il faccendiere di Caianiello, Tolbar, di una parte del corrispettivo previsto per l’incarico stesso, e segnatamente della somma di 4000 euro, di cui 3000 effettivamente già retrocessi.
L’altro caso segnalato tra gli episodi sospetti, riguarda tale Henry Bonini, anche lui indagato, quale beneficiario consapevole della turbativa; tramite collusioni ed altri mezzi fraudolenti finalizzati a predeterminare l’esito della selezione pubblica in suo favore. Gli accordi intervenuti tra Caianiello, Bordonaro, Tolbar, Bilardo e Paola Rossi nei quali viene definito il bando su misura per Bonini (bando successivamente solo formalmente recepito e sottoscritto dal direttore generale Rossi), avrebbero turbato il bando per l’assunzione, a tempo determinato, di un impiegato tecnico con funzioni di responsabile in favore di Bonini.
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