Aria di guerra a Tornavento, infuria la battaglia
Tra colpi di cannone e di picche, si è concluso il weekend seicentesco a Tornavento, che come ogni anno, grazie all’impegno e alla passione è stato lo scenario della battaglia del 1636
Tornavento, 22 giugno 1636. Dalle prime ore del mattino le armate franco-sabaude capitanate dal maresciallo di Créquy e l’esercito spagnolo si scontrano in un episodio circoscritto alla Guerra dei Trent’anni, spesso dimenticato. Al mattino il villaggio viene assalito con archibugi e cannoni, ma sono solo “scaramucce”. I combattimenti veri e propri iniziano nel pomeriggio, alla dogana austroungarica – e durano fino a tarda serata, concludendosi con duemila perdite francesi e ottocento morti spagnoli. Con archibugi e cannoni, le due fazioni si affrontano coraggiosamente sul campo di battaglia e l’esito è drammatico per entrambi in termini di perdite. Più che la vittoria di uno o dell’altro, i cadaveri sparsi sul campo testimoniavano il crudo e duro volto della guerra.
Ancora una volta a Tornavento si è svolta la famosa rievocazione storica, con i soliti impegno e fedeltà nella ricostruzione dei combattimenti e nella riproduzione dei vestiti e degli armamenti dell’epoca. La suggestione e la fedeltà storica, però, non vengono mai meno col passare degli anni: i volontari si calano perfettamente nei loro ruoli, a suon di scontri di picche, cannoni che sfondano gli schieramenti e combattimenti con fucili a salve rivivendo un momento importante della guerra dei Trent’anni. Questo combattimento, infatti, impedì alla Francia di strappare il ducato di Milano al re di Spagna.
«La rievocazione della battaglia di Tornavento giunta alla sua ventitreesima edizione è ormai un appuntamento tradizionale per Lonate Pozzolo, grazie alla volontà dell’associazione Cavalieri del Fiume Azzurro che, insieme all’associazione Tercio de Saboya, ogni anno realizza con grande impegno e passione questa giornata all’insegna della memoria storico-culturale», commenta soddisfatta Nadia Rosa, sindaco di Lonate Pozzolo. Quest’anno, poi, il vanto di Tornavento, secondo Rosa, è ancora maggiore dopo la premiazione ricevuta a maggio del “Borgo più bello della provincia di Varese”, un valore aggiunto in grado di «attirare turisti che visitino i meravigliosi paesaggi naturalistici della valle del Ticino».
L’evento storico, inoltre, è stato oggetto di recenti studi dello storico canadese Gregory Hanlon, che vi ha dedicato il suo ultimo libro Italia 1636, il sepolcro degli eserciti (tradotto da Paolo Mieli) con lo scopo di puntare i riflettori verso una battaglia campale che purtroppo è stata trascurata dalla critica. Grazie certamente agli studi del professor Hanlon e alla partecipazione di realtà extralonatesi – come il gruppo “Spada nella Rocca” di Bellinzona – la rievocazione della battaglia di Tornavento sta assumendo sempre di più un’impronta internazionale che promuove e mette in risalto il borgo e tutte le associazioni che, ogni anno, con cura e passione si preparano alla battaglia.
Tornavento è tornata ancora una volta a rombare per le urla dei comandanti e gli spari dei cannoni, si è tinta di sangue francese e spagnolo e, come ogni anno, ha stregato i partecipanti e riportato alla degna attenzione un momento storico importante della Guerra dei Trent’anni. Ma, soprattutto, con l’ennesima rievocazione i lonatesi hanno onorato la loro terra: un tempo terra di scontri e di sangue, ora di vita e di memoria.
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