Con il Fondo centrale di garanzia finanziamenti più veloci per le Pmi
Un convegno di Univa ha affrontato il tema della riforma entrata in vigore a marzo. L'ammissibilità al fondo si basa su un modello di rating semplificato e con tempi di risposta accettabili
«Non dimentichiamo che il Fondo centrale di garanzia per le pmi è un’agevolazione alle imprese in un mondo dove le agevolazioni stanno diminuendo». La battuta finale di Marco Crespi, responsabile dell’Area finanza di Univa, sintetizza con efficacia l’importanza di uno strumento che, cambiando alla radice le regole che governano le garanzie del credito, potrebbe aiutare moltissimo le imprese. Il fondo infatti permette alle pmi di accedere ad una garanzia pubblica per ottenere finanziamenti dalle banche che nel caso di insolvenza da parte dell’impresa sono garantite direttamente dal fondo. In questo schema si possono inserire anche i confidi con una controgaranzia che rende ancora più interessante per entrambe le parti l’operazione di finanziamento.
L’apertura del convegno sulla riforma del Fondo centrale di garanzia, che si è tenuto nella sede degli industriali di Gallarate, è stata affidata ad Alessandra Greco, responsabile dell’area credito e finanza di Confindustria. Tra i dati forniti dalla manager ce n’è uno su tutti che sgombera il campo da qualsiasi polemica sulla necessità di questa riforma: dal 2001 a oggi sono stati persi 140 miliardi di finanziamenti alle imprese. Le cause di questa situazione, secondo Alessandra Greco, sono da ricercare sicuramente negli effetti della crisi, nel conseguente credit crunch e nella stratificazione delle regole, soprattutto in tema di definizione di default e Npl (crediti deteriorati).
Che ci sia in questa fase di post crisi un bisogno reale e crescente delle imprese italiane di accedere con più facilità e celerità al credito, lo dimostra l’ultimo report relativo al fondo. Nel corso del 2018 le richieste di accesso al fondo sono state 131.037 con una crescita dell’8,7% rispetto al 2017, quelle accolte sono state 129.380 per un totale di 19,3 miliardi di euro.
Il pilastro della nuova riforma è il concetto di rating. «La valutazione dell’impresa è centrale – ha spiegato Gianpaolo Pavia, area sviluppo del Mediocredito – Rispetto a prima per stabilire il rating dell’azienda si prendono in considerazione molti più aspetti e si utilizza una piattaforma informatica che semplifica notevolmente il processo, riducendo notevolmente i tempi. Nel giro di una settimana si ottiene la delibera di garanzia e per chi volesse sperimentare la piattaforma c’è anche un simulatore molto facile da usare»
La riforma introduce anche una modifica parziale dei requisiti di ammissibilità. Sono previsti due moduli, uno bancario e uno relativo alla centrale di rischio, e cinque fasce di classificazione, di cui ben quattro sono ammissibili.
LE OPERAZIONI A RISCHIO FINANZIARIO TRIPARTITO
La domanda che si è posto Carlo Morichini, direttore generale di Credito Impresa e agente di Confidi Systema!, è sulla presenza di altri strumenti per accedere alla garanzia del credito. «Ce ne sono almeno due – ha concluso Morichini – c’è la procedura a importo ridotto, sotto i 35 mila euro, e le operazioni con rischio tripartito, sotto i 120 mila euro. Avere l’intervento di Confidi Systema!, che patrimonialmente è molto solido, alla banca conviene in quanto garantisce maggiore copertura, non fa correre rischi operativi e assicura un beneficio patrimoniale».
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