L’impegno dei nuovi assessori e l’emozione di chi è rimasto in giunta
Tre dei quattro nuovi delegati hanno profilo civico, per la prima volta alle prese con incarichi amministrativi: ecco i profili
Una squadra in gran parte nuova: è la giunta di Andrea Cassani a Gallarate, uscita dal rimpasto successivo all’inchiesta Forza Italia e a qualche scossone.
La novità sono innanzitutto i tre assessori “civici”, inseriti per dare un forte segnale di discontinuità. Cassani ha dovuto mettere da parte l’orgoglio della politica come professione (da sempre rivendicata) e una certa ostilità esplicitata per le figure chiamate dalla società civile, che in passato gli hanno fatto storcere il naso anche di fronte a qualche candidato sindaco sostenuto dalla Lega. «Io ho fatto in passato una battaglia contro i civici, avendo conosciuto altri civici che sfiguravano di fronte ai politici» premette. «Ma qui sono più che altro professionisti dei diversi ambiti in cui vengono chiamati a operare in giunta».
E dunque vediamoli. Stefania Cribioli, neodelegata ai servizi sociali, è psicologa e psicoterapeuta, «ma svolgo anche l’attività di di formatrice e psicologo dello sport», spiega (e proprio a un convegno sullo sport Cassani ha per la prima volta annotato in testa il suo nome). «È un grande onore essere qui e poter mettere in gioco le mie capacità».
C’è Massimo Palazzi, avvocato ma anche studioso di diritto romano, cultore di storia cittadina, ricercatore, attivo nei Lions. Si accosta «con il rispetto che si deve alla funzione pubblica». Nel segno della continuità, riconosce che «i predecessori che hanno lavorato bene», citando esplicitamente Isabella Peroni ma anche il professor Sebastiano Nicosia, delegato alla cultura e istruzione ai tempi della giunta Guenzani. Richiama anche la delicatezza delle due materie a cui si dedicherà, nell’ottica di promozione dell’individuo anche sul piano sociale: «Io non vengo da una dinastia industriale o di professionisti, per me cultura e istruzione sono un valore e uno strumento per far far emergere le capacità del singolo»
Stefano Robiati ha un passato da «dipendente pubblico» e «dal 2007 in Camere di Commercio», gallaratese di lungo corso. Un profilo da civil servant che ora assume un incarico politico: «Non nascondo una certa emozione, perché sono al debutto: non vedo l’ora di conoscere la struttura che mi affiancherà in questo percorso impegnativo. Ho qui anche un ex collega, il dottor La Placa».
Oltre ai tre esponenti della società civile, c’è anche un assessore che ha un curriculum tutto legato alla politica, Andrea Zibetti. «Per me è il traguardo di un percorso iniziato dai Giovani Padani, con Andrea Cassani segretario. Poi mi sono dedicato maggiormente allo studio, ora dovrò metterlo un attimo in secondo piano. In virtù dell’esperienza nel movimento giovanile della Lega, mi impegnerò sulla delega ai giovani». Da parte sua anche «un ringraziamento all’assessore uscente della Lega, Paolo Bonicalzi, che si è dimostrato militante attivo e capace». «Comprendendo il valore di certe parole ha deciso di fare un passo indietro», aggiunge il sindaco).
Tra i tre uscenti, un passo avanti nella responsabilità amministrativa lo fa Francesca Caruso, nominata vicesindaco (anche in ottica politica: così il sindaco “blinda” Fratelli d’Italia in maggioranza). «Un grande orgoglio per me» dice, dopo aver mostrato una certa emozione di fronte al terremoto che ha visto svanire in pochi giorni mezza giunta. «Mi è dispiaciuto molto dal punto di vista personale», ammette, pensando ai colleghi di giunta che hanno fatto un passo indietro.
Concreto, Sandro Rech non si lascia andare a molte parole, ma tiene a fare un «riingraziamento a Moreno e Isabella, persone capaci, che hanno svolto il loro lavoro in maniera encomiabile».
Infine, Claudia Mazzetti. Che ottiene qualche delega in più: «Ci ho messo tre anni, ma ho portato a casa la delega allo sport» scherza.
Si occuperà anche dei musei e sottolinea che «ho già lavorato molto con il Maga negli anni scorsi».
Cassani dal canto suo ammette che sulla nomina del vicesindaco è stato «combattuto» (tra Rech, Mazzetti e Caruso) e ha deciso solo nelle ultime ore. «La valutazione politica mi ha portato a questa nomina, ho scelto l’unica persona che non è del mio partito». È una scelta comprensibile e logica: in una giunta Lega-centrica, in cui il carroccio ha guadagnato peso rispetto ad altre componenti organizzate, Cassani si garantisce il “fronte destro” consolidando il legame con FdI.
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