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“Il sangue nero di Mussolinia” di Emanuela Signorini conquista il premio letterario di Mazara del Vallo

"Autrice eccentrica e vivace, la Signorini è riuscita ad entusiasmare e a catturare l’attenzione del pubblico": questa la motivazione della giuria per il primo premio del concorso letterario

Samarate generica generiche

«Per me, cittadina di Samarate, questo premio è un onore», spiega Emanuela Signorini, giornalista e scrittrice samaratese di ritorno dalla terza edizione del Premio Mazara narrativa opera prima tenutosi il 24 ed il 25 maggio scorsi proprio a Mazara del Vallo.

È ancora emozionata per il successo del primo premio ricevuto con Il sangue nero di Mussolinia:«Faccio conoscere la mia piccola città nei viaggi che faccio, parlo dell’Agusta e di Cascina Costa quando mi chiedono di Samarate».

Il sangue nero di Mussolinia è un giallo edito da Giovane Holden incastonato nella storia della cittadina sarda Mussolinia (che oggi si chiama Arborea), primo caso di una bonifica ex novo con lo spostamento di un’intera popolazione durante il ventennio fascista. Nel secondo dopoguerra questo suo passato fu cancellato e la città ribattezza: scrivere di questa città è stato, secondo Signorini, come far riemergere dall’oblio una storia che merita di essere conosciuta, degna di rientrare nel bagaglio storico-culturale degli italiani.

«L’idea mi è venuta una quindicina d’anni fa, mentre ero in viaggio in Sardegna: arrivati nella parte occidentale ho visto che le strade si facevano meno tortuose e ho riconosciuto un’architettura tipica delle città del Nord-Est dell’Italia. Questa è Mussolinia, mi hanno detto».
Folgorata ed affascinata dalla storia dimenticata di questa città, nel 2004 – 2005, dopo lunghe ricerche, Signorini l’ha resa argomento della tesi di laurea:«Con il mio relatore l’abbiamo poi secretata perché volevo farne qualcosa, la prima idea era un libro di storia», continua «poi ho pensato che la storia era così popolare, di lotte tra uomo e natura, tra uomo e povertà, che meritava qualcos’altro. E la forma più popolare che conosco è il romanzo». Secondo lei era ingiusto che si sapesse tutto delle bonifiche e nulla della realtà di Mussolinia, che si è aggrappata a questo nome per andare avanti:«Forse la Storia ha voluto premiarmi anche per questo mio impegno».

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Le vicende di Don Massimo e di tutti i personaggi che abitano Mussolinia sono sì inventate, ma si appoggiano in maniera maniacale al dato storico. «Ogni volta che c’era qualcosa di importante da scrivere prendevo un aereo da Malpensa ed andavo ad Arborea», motiva così la sua necessità di adesione alla realtà storica la scrittrice, che ha bisogno di conoscere i profumi, le distanze esatte ed i rumori dei luoghi di cui scrive. Complice anche la lunga carriera giornalistica, ammette. «La città è la vera protagonista del mio libro, quindi mentre scrivevo avevo bisogno che Mussolinia apparisse dalle mie parole proprio com’era in quella settimana estiva di agosto del 1931».

Il suo giallo è stato premiato nella cittadina sicula, Mazara del Vallo come “autrice eccentrica e vivace, la Signorini è riuscita ad entusiasmare e a catturare l’attenzione del pubblico decretando anche un discreto successo personale e classificando il suo titolo tra i più venduti in assoluto”. «Questo concorso dà visibilità e coraggio a degli autori che presentano la loro prima opera: il premio, a forma di vela, spinge noi esordienti ad andare avanti», afferma Signorini, grata soprattutto per l’accoglienza ed il calore ricevuti in Sicilia, dove, al collegio dei gesuiti – luogo della premiazione – c’era un pubblico di duecento persone:«Tutta la città era attiva intorno a questo premio: sono venuti in tantissimi per vedere sul palco dei semplici esordienti».

Ma non solo letteratura e gialli, noir e polizieschi in quei giorni sull’isola:«Sono tornata a Mazara in occasione del mio venticinquesimo anniversario di matrimonio, proprio dove io e mio marito avevamo trascorso la luna di miele. È stata una doppia emozione: dopo venticinque anni questa città mi ha fatto un altro regalo».

Prossima tappa letteraria? Il 22 giugno Emanuela Signorini sarà a Crema per il “Festival Inchiostro”, mentre già pensa a mettersi di nuovo al lavoro di scrittura:«Ho già in mente un sequel. Vorrei scriverlo, però, come se non fosse il seguito», svela l’autrice, «c’è anche un altro progetto, ma mi costerà molti viaggi perché devo verificarne la realtà nei minimi particolari, è la mia cifra. Ci vorrà un po’, ma non ho fretta».

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Pubblicato il 07 Giugno 2019
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