Nuova operazione contro la ‘ndrangheta: 28 arresti attorno a Malpensa
Lo storico gruppo criminale legato alle cosche di Cirò Marina è di nuovo al centro di un'indagine che parte dai parcheggi di Malpensa, in parte controllati da esponenti del clan. In manette anche un consigliere comunale di Ferno
Pacchetti di voti veicolati a seconda degli obiettivi dell’associazione mafiosa, ingenti investimenti per l’acquisto di terreni da sfruttare per il business dei parcheggi di Malpensa, controllo del territorio con violenze ed intimidazioni e anche un consigliere comunale di Ferno che, secondo gli inquirenti, “faceva da trait-d’union tra la cosca mafiosa e gli ambienti politico istituzionali”.
C’è tutto questo nel quadro investigativo che ha portato all’arresto di 28 persone e di altre 7 finite ai domiciliari nella mattina di giovedì 4 luglio, quando i carabinieri del Nucleo Investigativo di Milano, in collaborazione con la Compagnia di Busto Arsizio, hanno eseguito il blitz su richiesta della Dda di Milano accolta dal Gip Alessandra Simion.
L’operazione di questa mattina si configura come un nuovo colpo nei confronti della locale di Legnano-Lonate Pozzolo ai cui vertici compaiono ancora i nomi di sempre: Vincenzo Rispoli (tornato in carcere con l’accusa di omicidio), Emanuele De Castro (recentemente coinvolto in un’indagine sullo spaccio di droga), Mario Filippelli. Emanazione locale della cosca di Cirò Marina dei Farao-Marincola.
Tra gli arrestati c’è anche il consigliere comunale di Ferno Enzo Misiano, 41 anni, dipendente pubblico. È stato eletto nelle fila della maggioranza di centrodestra ed è iscritto a Fratelli d’Italia.
La conferenza stampa in procura a Milano
Quello che emerge da questa nuova inchiesta è la ricostituzione della locale subito dopo la scarcerazione dei principali esponenti tra il 2015 e il 2017. La cosca aveva messo le mani su alcune società che gestiscono i parcheggi attorno all’aeroporto di Malpensa. Almeno tre società (il Corriere cita Parking Volo Malpensa, Malpensa Car Parking e il 50% della Stars Parking srls) erano sotto il controllo della ‘Ndrangheta. Un business molto redditizio che avrebbe aumentato il suo giro d’affari con l’arrivo del traffico di Linate.
Gli investigatori che hanno condotto l’indagine dipingono una situazione gravissima nell’area di Lonate Pozzolo che, esattamente dieci anni dopo la maxi operazione che decapitò l’associazione mafiosa affiliata alla cosca crotonese Farao-Marincola, sembra non essere mutata.
«Intimidazioni, controllo del territorio e violenze continuano ad essere una costante del metodo mafioso di quella zona».
Le mosse degli investigatori partono dal fiume di denaro che viene investito dalle cosche per l’acquisto di terreni da adibire a parcheggi per entrare nel business legato al traffico dei viaggiatori su Malpensa, «in vista soprattutto del trasferimento dei voli da Linate a Malpensa – spiegano i giudici – si assiste ad un’intensissima attività di investimenti che, però incappa nella figura di un imprenditore onesto che denuncia tutto».
Quest’ultimo viene raggiunto da messaggi e indimitadizioni dirette e indirette perché sta cercando di comprare un terreno sul quale svolgere la propria attività imprenditoriale. Addirittura viene avvicinato da un consulente del lavoro che, spacciandosi da intermediario neutro, avrebbe fatto in realtà gli interessi delle cosche.
«Questo imprenditore non solo registra tutto e consegna il materiale alle forze dell’ordine ma non desiste nemmeno dalla sua attività imprenditoriale e – riportano gli inquirenti – ha detto “io non mi piego alle intimidazioni”».
I boss avevano anche imposto le forniture di caffè ad alcuni esercizi commerciali e fungevano da risolutori di “controversie” alla loro maniera. Chi aveva un problema da risolvere con qualcuno, si rivolgeva a De Castro, Mario Filippelli. Emerge anche il controllo di un pacchetto di voti che l’organizzazione faceva valere ad ogni elezione.
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