Cassani a Mattarella: «Pronto a restituire la fascia». Il Pd: «Si rivolga a Putin»
I giorni convulsi della politica italiana si riflettono a Gallarate. Il sindaco Cassani (Lega) si dice pronto a restituire la fascia tricolore. E il Pd lo attacca
«Mi appello perché sia rispettato il principio fondamentale della democrazia e si vada presto al voto». Il sindaco di Gallarate Andrea Cassani si schiera apertamente in favore delle elezioni in autunno, con una proposta forte e dai toni provocatori: la restituzione della fascia tricolore al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. «Sono i cittadini a dover decidere da chi essere governati», ha detto Cassani. «Se così non dovesse essere, e se si prospettasse un inciucio Grillo-Renzi, sono pronto a restituire la fascia al Presidente della Repubblica. I nostri comuni hanno già provato sulla propria pelle le conseguenze dei tagli orizzontali del governo Renzi, con ricadute nefaste sui cittadini».
Il sindaco spara a salve sull’ipotetico accordo proposto da Renzi al Movimento Cinque Stelle: «Un governicchio di cadregari con Renzi e Grillo, fatto a tavolino con manovre di palazzo sostenute dagli eurocrati, sarebbe anche peggio di un Monti bis».
La replica del Partito Democratico
Il PD cittadino non ha perso tempo e ha risposto a stretto giro al sindaco del carroccio: «Capiamo l’ansia da candidatura parlamentare di Cassani, un sindaco alleatosi con Caianiello, sostenitore del piano di governo delle tangenti, che non ha in alcun modo migliorato la vita dei gallaratesi e non si è dimesso a seguito del malaffare emerso con l’indagine mensa dei poveri».
«Un sindaco così incollato alla poltrona – attaccano i membri del Pd gallaratese – per andare in Parlamento farebbe di tutto, anche perdere la faccia scrivendo a Mattarella. Gli suggeriamo di lasciare in pace il presidente, impegnato com’è a far rispettare la Costituzione ed evitare i danni della crisi aperta da Salvini; ma può scrivere a Putin. Siamo sicuri che i buoni rapporti della Lega con il democratico Vladimir lo aiuteranno a realizzare il suo sogno parlamentare nella Russia post-sovietica. Caro Vladimir, aiutalo tu e libera Gallarate».
Gli animi, a Roma come a Gallarate, sono più che mai infuocati.
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