La tassa d’imbarco? “Vada a pesare sulle compagnie con aerei più rumorosi e inquinanti”
Si torna a parlare di aumento dell'addizionale, da 1 euro a 1,5: oggi finisce nel calderone dello Stato. L'assessore di Milano Maran, reduce dal convegno a Malpensa, propone una alternativa: "da balzello a tassa di scopo per l'ambiente"
La tassa d’imbarco? Va bene aumentarla, ma solo se va a colpire i vettori più inquinanti e li spinge a rinnovare la flotta, riducendo l’impatto su Co2 e rumore. È la proposta che l’assessore all’urbanistica di Milano Pierfrancesco Maran rilancia, all’indomani del convegno su Malpensa e sviluppo sostenibile, ospitato sabato a Somma Lombardo.
«Se deve essere, usiamola per ridurre strutturalmente le emissioni aeree» esordisce Maran, che è tornato sul tema lunedì mattina sulla sua pagina Facebook.
«Questo week end sono stato ad incontrare i comitati della zona di Malpensa che subiscono i disagi ambientali legati all’aeroporto. Da qui voglio partire per commentare la proposta di una tassa ambientale tra 1€ e 1.5€ a biglietto che porterebbe nelle casse dello Stato circa 140 milioni di euro, una cifra non significativa per il bilancio nazionale, non significativa se comparata ai costi che paghiamo per Alitalia, non significativa nemmeno per disincentivare i cittadini a non prendere l’aereo». Oggi la tassa d’imbarco infatti finisce nei fatti nel calderone dello Stato e in parte specificamente ad Alitalia, mentre ben poco arriva sui territori.
Su questa osservazione Maran innesta appunto una proposta più stringente: «Ritengo che avrebbe molto più senso se anziché renderla generica pesasse significativamente sui vettori più anziani e rumorosi e molto meno su quelli nuovi. La differenza tecnologica in termini di rumore ed emissioni Co2 tra nuovo e vecchio è davvero rilevante e la tassazione potrebbe spingere la leva degli investimenti accelerando i cambi di flotta».
Maran al convegno su Malpensa«Se abbiamo scelto di puntare su un sistema di tassazione che penalizza le emissioni inquinanti sono contento perché fissa degli obiettivi, allora scegliamoli giusti: alla fine è la differenza tra una tassa di scopo e un balzello».
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