Arrestato l’aggressore del sacrestano di Gallarate. Contestata anche l’aggravante razziale
È stato fermato per atti persecutori e per lesioni. Medicati sia la vittima sia l'aggressore, rimasto lievemente ferito e rifugiatosi in municipio
È stato arrestato per atti persecutori e per lesioni l’uomo protagonista delle aggressioni al sacrestano di Gallarate, l’ultima – particolarmente drammatica, perché davanti ai figli – nella mattina di venerdì 18 ottobre.
I carabinieri hanno fermato Luigi La Manna, 50 anni, in municipio, dove si era rifugiato dopo l’ennesimo agguato.
Inizialmente si era parlato di molto sangue, ma le sue condizioni non erano gravi, poco più che qualche graffio, rimediato quando la vittima della sua furia si è difesa e ha parato i colpi e tentato di reagire. L’uomo ha fatto in tempo ad allontanarsi dalla piazza, ma è stato raggiunto subito dai carabinieri all’interno del municipio, che l’hanno bloccato (non ha opposto resistenza).
L’aggressione a Deodatus Nduwimana – hanno confermato i testimoni – è stata violenta, a calci e pugni, e soprattutto questa volta si è svolta anche di fronte alla figlia di Nduwimana, che vive a Gallarate da quasi vent’anni. Il sacrestano non ha riportato comunque lesioni gravi.
L’aggressore è un senza fissa dimora, un tempo residente in un Comune della valle Olona. In questa come in altre occasioni, ha accompagnato le botte con insulti ed epiteti razzisti: per questa ragione (come già ad agosto) viene contestata l’aggravante razziale.
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