Le parcelle degli avvocati di Caianiello? Pagate coi soldi pubblici
Dall'interrogatorio di uno dei difensori del grande tessitore emerge come il pagamento delle prestazioni per i suoi guai giudiziari avvenisse tramite incarichi in società ed enti pubblici
Sono innumerevoli le storie che contornano l’inchiesta Mensa dei Poveri ed emergono dai numerosi interrogatori effettuati dai pm milanesi ai protagonisti delle vicende corruttive che hanno portato, lo scorso maggio, all’arresto di decine di politici, imprenditori, faccendieri.
Tra le tante emerge la galassia di avvocati che ruotava attorno al grande burattinaio Nino Caianiello che dei loro servizi ha sempre avuto bisogno in modo sostanzioso negli ultimi anni. È proprio un avvocato ad aprire lo scrigno dei segreti dell’ex-mullah che oggi dice di voler cambiare vita. A
lla domanda del pm che chiedeva come si sostentasse Caianiello, l’avvocato risponde: «Prendendo tangenti». Ma quello che stupisce è che i numerosi avvocati che hanno seguito i suoi processi non venivano pagati dallo stesso Caianiello ma con soldi pubblici, grazie all’ottenimento di incarichi e consulenze di società pubbliche e amministrazioni.
Il giro di soldi è cospicuo e così si scopre che uno degli avvocati che lo ha seguito nel caso Seprio Park ha ottenuto un incarico in Accam, un altro suo difensore ha ottenuto (grazie all’intercessione del Santo) l’immediato sblocco dei crediti che aveva nei confronti dell’ospedale di Busto Arsizio, lo stesso avvocato interrogato dal pm aveva ottenuto un incarico nella società Tutela Arno-Rile-Tenore e nell’Asst Valle Olona.
Storie di avvocati, in quota Forza Italia e Lega, si intrecciano nella causa del Comune di Busto Arsizio nei confronti di un’impresa di asfaltature per una vicenda risalente nel tempo (1989, addirittura). L’azione legale del Comune nei confronti dell’impresa era per danno d’immagine e ammontava ad un milione e 200 mila euro di risarcimento.
I proprietari dell’azienda decisero di rivolgersi a Caianiello per ottenere una compensazione col Comune che doveva all’impresa 3,2 milioni di euro. In questo caso Caianiello tira in ballo un noto legale ben conosciuto negli ambienti della Lega che, grazie ad un altro avvocato di Novara, fa avere una consulenza favorevole all’impresa per convincere il sindaco Antonelli a transare. Una volta ottenuto quello che volevano – racconta ancora il legale nell’interrogatorio – Caianiello ha fatto transitare tramite me la tangente che gli spettava per l’intercessione.
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