Quando la storia si accorse dell’esistenza di Busto Arsizio, 900 anni fa
Il 3 novembre si celebreranno i 900 anni dalla prima presenza del nome della città in un documento storico. L'assessore Maffioli: "Celebriamo la giornata con lo storico Giavini"
Quando fu nominata la città di Busto Arsizio per la prima volta in un documento storico? Il 3 novembre del 1119. Quindi tra pochi giorni ricorre un importante anniversario per la Città: novecento anni fa il nome di Busto ricorreva infatti per la prima volta in un documento storico.
La significativa ricorrenza sarà celebrata alle 12,15 di domenica 3 novembre nella sala del Consiglio comunale, alla presenza del sindaco Emanuele Antonelli, del vice sindaco e assessore a Identità e Cultura Manuela Maffioli e di Luigi Giavini, storico delle tradizioni cittadine che ha segnalato il fatto in un paio dei suoi testi dedicati alla storia locale.
Il documento è una sentenza dell’arcivescovo di Milano Giordano da Clivio a favore della Chiesa milanese e contro i Cappellani, esponenti del basso clero, che pretendevano di poter avere i redditi di venti “obbedienze”, tra cui quella di Busto.
“Poter riconoscere il nome di Busto nel primo documento di cui si sappia, nel quale compare per la prima volta, è davvero una grandissima emozione – afferma Maffioli. – Lo è in modo particolare per chi come me, anche attraverso l’esercizio delle proprie deleghe all’identità e alla cultura, sta cercando di valorizzare sempre, più al meglio, l’identità della nostra città, sia attraverso la promozione della conoscenza degli aspetti storici e caratteristici che la costituiscono, sia attraverso un’azione di sensibilizzazione verso quello che dovrebbe essere un senso di appartenenza nei confronti di Busto, delle sue specificità, della sua storia, delle sue tradizioni e dei suoi valori. Ed è per questo che riteniamo importante che il 3 novembre, giorno in cui questa prima citazione compie 900 anni, l’Amministrazione dedichi a questa ricorrenza un momento speciale: fermarsi a riflettere su un dato storico così importante, significa davvero stimolare la coscienza collettiva a tenersi strettissimo un patrimonio imprescindibile”.
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