Arrestati i criminali dell’archeologia in tutta Italia, anche vicino a Malpensa
I reperti antichi venivano esportati all'estero. Due persone in carcere, tra le ventuno ai domiciliari anche una persona di Castano Primo e una di Magnago
Due persone in carcere, una sfilza – in tutta Italia, anche vicino a Malpensa – agli arresti domiciliari.
È il primo bilancio dell’operazione ‘Achei’ dei Carabinieri del Comando Tutela patrimonio culturale, coordinata dalla Procura della Repubblica di Crotone, che ha scoperchiato un giro di scavi archeologici clandestini con relativa esportazione di beni archeologici (che per Legge appartengono allo Stato) all’estero.
La holding criminale era estesa al Regno Unito, alla Germania, alla Francia e alla Serbia. Le indagini, avviate nel 2017, hanno permesso così di recuperare numerosi reperti archeologici per un valore di diversi milioni di euro. Complessivamente sono 123 le persone indagate, 80 sono state perquisite. Molti degli arrestati risiedono in provincia di Crotone, in particolare a Cirò Marina (dove si trova uno dei siti archeologici depredati). Spostandoci nel Nord Italia, invece, due persone sono finite ai domiciliari a Magnago e Castano Primo, nei dintorni di Malpensa.
Gli indagati sono accusati di danneggiamento del patrimonio archeologico dello Stato, impossessamento illecito di beni culturali appartenenti allo stato, ricettazione ed esportazione illecita. Sono state eseguite perquisizioni in diverse località italiane (Crotone, Bari, Benenvento, Bolzano, Caserta, Catania, Catanzaro, Cosenza, Ferrara, Frosinone, Latina, Matera, Milano, Perugia, Potenza, Ravenna, Reggio Calabria, Roma, Siena, Terni e Viterbo) e in quattro stati europei (Francia, Germania, Inghilterra e Serbia).
«Grazie a sofisticate tecniche investigative e alla collaborazione di Europol e delle forze di polizia estere competenti, in Italia, Francia, Regno Unito, Germania e Serbia, il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale ha condotto a termine con successo una vasta operazione di contrasto al traffico illecito di reperti archeologici dalla Calabria al Nord Italia e verso l’estero, recuperando migliaia di beni e sequestrando materiali utilizzati per gli scavi clandestini» ha commentato il ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini. «Un’operazione che dimostra ancora una volta l’eccellenza del Comando dei carabinieri che opera dal 1969 a difesa del patrimonio culturale italiano», ha continuato Franceschini. «A loro, alla Procura di Crotone che ha diretto le indagini, e a tutti i soggetti che vi hanno partecipato – ha aggiunto il ministro – va il plauso del governo italiano».
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