Parità in consiglio, “ogni consigliere dica alla città come Cassani deve andare avanti”
Lunedì la mozione di sfiducia al sindaco: si parte da un consiglio diviso esattamente a metà, dove determinante potrebbe essere il voto dello stesso primo cittadino. "Perché Cassani ha paura di andare a votare?"
«Lunedì dai consiglieri di maggioranza ci attendiamo la spiegazione politica della fiducia data a Cassani. Chiediamo quale sia il nuovo accordo politico: non vorremmo vedere a gennaio un assessore che si dimette per motivi personali, per far posto ad altri».
Lo dicono le opposizioni di Gallarate, ormai multiformi dal momento che a Pd, Città è Vita e Gallarate 9.9 si sono aggiunti anche tre consiglieri di centrodestra non più disposti ad andare avanti. Lunedì approderà in consiglio la mozione di sfiducia.
«La mozione ha accelerato un processo che nei fatti si era già creato» ragiona Sebastiano Nicosia, Città è Vita, nel corso di una conferenza stampa Pd-Cev. «Basta vedere il colpo d’occhio: sui due banchi, di amggioranza e oppoisizione, c’è lo stesso numero di consiglieri. La differenza viene fatta sempre dal sindaco e dal presidente del Consiglio».
E questo è il primo punto su cui s’insiste: in una situazione in cui – presumibilmente – ci saranno dodici consiglieri pronti a sfiduciare e dodici che vogliono andare avanti, la maggioranza probabilmente sarà garantita dal voto di Cassani su se stesso. «Per opportunità il sindaco dovrebbe astenersi. Se si astenesse saremmo dodici pari» ricorda Carmelo Lauricella, Pd. Del resto, lo stesso caso di maggioranze sul filo si è già presentato in altri casi e ha sempre suscitato polemiche (e non è stato di buon ausipicio, da Legnano all’ex giunta Pd in Umbria).
Comunque, lunedì si faranno i conti. L’opposizione spinge sull’acceleratore per smuovere i singoli consiglieri, anche perché ormai ogni consigliere è determinante, nell’uno o nell’altro caso.
Molta attenzione viene riservata al consigliere Giuseppe Lorusso, che aveva espresso critiche, poi è tornato in pieno nel perimetro di maggioranza (con Fratelli d’Italia) ma nell’ultimo consiglio è stato protagonista di un ritardo che ha fatto mancare i numeri alla maggioranza e ha suscitato molti interrogativi sulla sua futura posizione. Il capogruppo Pd Giovanni Pignataro ricorda la «situazione singolare» emersa: Lorusso è un finanziere in un contesto in cui la GdF sta svolgendo le indagini nell’inchiesta in cui anche il sindaco è indagato e a cui lo stesso Lorusso rinnoverebbe la fiducia. «Nessuna incompatibilità formale, ma bisogna capire se tutto questo è opportuno, nel massimo rispetto di ciascuno».
Di certo la posizione di Lorusso è cambiata, con il passaggio da Forza Italia al gruppo misto e poi ancora a Fratelli d’Italia, che sostiene convintamente la maggioranza. Certo, c’è quel ritardo di giovedì che lascia ancora qualche dubbio. «Lorusso si decida e non lasci la città in balia dell’incertezza» dice anche Rocco Longobardi (Gallarate 9.9). «O appoggia Cassani o vota la sfiducia. Come Gallarate 9.9 noi, di fronte a quanto emerso, abbiamo fatto scelta precisa per la sfiducia».
Lunedì si vedrà appunto se la maggioranza tiene o se avrà bisogno del singolo voto di Cassani per sottrarsi a un imbarazzante “pareggio”. Meno facile che ci siano colpi di scena con nuove defezioni dopo quella di Leonardo Martucci, anche se dalle file dell’opposizione si dice che «in Forza Italia abbiamo sentore di grave scontento, dall’ospedale ad Amsc, la politica sociale fatta a colpi di sgomberi, il Polo culturale smentendo quanto detto per tre anni e mezzo da Carù e Peroni» (tra i critici venuti allo scoperto c’è l’ex vicesindaco Caravati).
E se la mozione non passasse? «Se non passasse, se Cassani non si dimettesse, andremmo avanti con assiduo monitoraggio degli atti amministrativi» assicura Anna Zambon, Pd. «Da sempre ci teniamo a fare un monitoraggio attento e puntuale, da lunedì 9 in poi molto più profondamente. Ogni consiglio e consigliere può essere determinante». E un assaggio viene già dall’insistenza con cui i dem stanno chiedendo chiarimenti su alcuni temi.
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