Il falò di Sant’Agnese 2020. 430 anni dopo la nomina del Papa sommese
Il falò per celebrare la patrona della città cade in un anno particolare: sono 430 anni da quando Niccolò Sfrondati, cittadino di Somma Lombardo, fu nominato sommo pontefice
Come ogni anno si ripete la tradizione per festeggiare la patrona di Somma Lombardo. Quella Sant’Agnese che, come vuole la tradizione, fu messa al rogo dai Romani, il quale rogo si estinse ai suoi piedi. Sant’Agnese si festeggia dal 21 gennaio 1643, quando si decise di allestire un palio in onore della santa, morta vergine e martire.
Il falò di Sant’Agnese a Somma Lombardo, tra storia e tradizione
Il palio si organizzò fino al 1981, quando fu sostituito dal rogo della ‘passera’: una grossa sfera in rete metallica rivestita di cotone e decorata con edere e fiori. Piazza Vittorio Veneto, dove si è tenuta la celebrazione, era stracolma di sommesi.
Il falò si accompagna sempre alla consegna dell’agnesino, la massima onorificenza cittadina. Quest’anno è andato a don Franco Gallivanone. Il sindaco Bellaria, membro della commissione per l’assegnazione del premio insieme a Gerardo Locurcio, Raffaella Norcini, Guatta Cescone e don Basilio Mascetti, ha spiegato la scelta: «Abbiamo deciso di dedicare a lui il premio perché si è particolarmente distinto durante il suo servizio pastorale qui in città, per l’attenzione e la vicinanza dimostrate nei confronti delle persone ammalate e delle loro famiglie. Importante è stata la sua capacità di relazionarsi con tutti, nonché la sua infallibile memoria con cui ricorda puntualmente il nome e il volto di ogni persona che incontra».
Al falò è seguita la messa solenne nella basilica di Sant’Agnese, dove don Mascetti nella sua omelia ha svelato il motto della festa: «Benvenuto futuro». «È un bellissimo messaggio – ha commentato Bellaria – e il mio augurio per il 2020».
Dopodiché i festeggiamenti si sono spostati al Castello, dove don Mascetti ha ricordato un anniversario importante che cade nel 2020: i 430 anni dalla nomina di Niccolò Sfrondati – poi Gregorio XIV – a sommo pontefice. «Di lui – ha ricordato il parroco sommese – lo scrittore Luigi Castano ha detto: “Fu uomo più di Dio che di clamorose vicende”. Non fece grandi gesti; si impegnò ad applicare gli insegnamenti del concilio di Trento e accolse i consigli sapienti di San Carlo Borromeo».
Il papa sarà ricordato nel 2020 con una serie di incontri. Il primo sarà il 30 maggio, a cui seguiranno alcuni festeggiamenti alla presenza dell’arcivescovo di Milano Mario Delpini (nato a Gallarate). Che Mascetti ha già conosciuto quest’estate, quando ha voluto fortemente visitare il castello Visconti di San Vito: «Era il 21 agosto, e ci diede un preavviso di appena due giorni. Noi ci siamo mobilitati subito per organizzare l’appuntamento. Lui è arrivato in tarda mattinata: sorridente, molto tranquillo, con la sua macchina. È una persona umilissima, ricorda un po’ papa Francesco».
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