Acque, boschi e storia: camminando sul Grande Anello Verde di Somma
Torrenti, fiumi e paludi, ma anche i boschi e una pineta: il progetto di un lungo percorso che consente di scoprire natura e storia "dietro casa"
Un percorso tracciato di 24 km, tra boschi, paludi, torrenti e lo spettacolo della valle del Ticino.
È il Grande Anello Verde di Somma Lombardo, un progetto che per ora è ancora sulla carta ma che punta a diventare reale. Riconnettendo tra loro anche percorsi già esistenti, tracciati e segnalati.
L’idea è di Andrea Zanardi, vicepresidente del Cai di Somma, architetto per formazione e oggi è diventata un progetto della sezione Cai sommese. Il “GAVS” nasce dalla sua tesi di laurea e «dal concetto che la percezione del territorio sia fondamentale per la conservazione». E che spesso gli stessi abitanti della città e dei dintorni ignorano la ricchezza di luoghi naturali.
Sui 24 chilometri di percorso si trova infatti ogni genere di ambiente, anche quelli meno scontati.
Se infatti è facile pensare ai fitti boschi, lungo sentieri e strade sterrate si trovano tanti altri ambienti: le paludi, una pineta affascinante, placidi torrenti (rientrano in tre Siti di Importanza Comunitaria e una Zona Protezione Speciale). «Elementi che sono ignorati nella percezione di oggi».
L’attraversamento dell’ambiente naturale, poi, consente di accostarsi a luoghi che raccontano «la storia con la s minuscola e quella con la S maiuscola».
La fatica di uomini umili – i contadini, i mugnai, i barcaioli sul Ticino – ma anche grandi imprese: la piramide geodetica ricorda la prima carta d’Italia tracciata dagli astronomi di Brera, i ponti in pietra nel bosco raccontano l’ipposidra (la ferrovia per riportare le barche verso Sesto Calende), il misterioso Sass di Biss nella pineta del Vigano, con le sue incisioni preistoriche. E ancora le piste realizzate dall’aeronautica tedesca durante la Seconda Guerra Mondiale.
I punti di accesso principali previsti sono il parcheggio del cimitero di Mezzana e quello del Panperduto, ben riconoscibili. «Sulla mappa – continua Zanardi – abbiamo però individuato anche collegamenti con il centro: se si vuole una restituzione alla città servono anche percorsi che consentano di accedere direttamente dall’abitato».
Zanardi usa il plurale perché il progetto è oggi sostenuto dal Cai sommese: «fa parte della vocazione del Cai la valorizzazione dei territori in cui le sezioni operano».
(La mappa Google qui sopra è stata tracciata dal Cai di Somma Lombardo: in verde è segnalato il GAVS, in giallo l’ipposidra, in verde chiaro i percorsi minori e di accesso)
Uno degli obbiettivi del GAVS è la «messa in sicurezza degli attraversamenti di assi viari importanti, come il Sempione o la via Giusti che collega Somma con Malpensa». Punti in cui il camminatore a piedi – o l’escursionista in bicicletta – si trova ad affrontare traffico intenso. «Per questo serve a anche un intervento di altri enti: stiamo lavorando con il Parco del Ticino, il Comune, anche aziende locali che coinvolgeremo al momento opportuno».
La posizione elevata di Somma – “sommità”, appunto – offre anche una bella vista sui monti, nei punti panoramici ma anche dove si trovano spazi aperti coltivatiL’anello complessivo è piuttosto lungo (24 km, appunto), ma in realtà è più pensato per essere percorso per sezioni.
«L’anello è un pretesto, è una spina dorsale che consente di accedere a singoli circuiti». Si possono così creare percorsi dedicati: la pineta del Vigano, i mulini della valle del torrente Strona, le “piste tedesche” e la memoria della Seconda Guerra Mondiale o – ancora – il percorso dedicato alla preistoria che si spinge fino alla collina del Monsorino in territorio di Golasecca.
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