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Taxista morto a Malpensa, l’accusa di Frassinetti: “Legge ferma in Senato”

In aeroporto ci sono già posti di soccorso, ma l'assenza di defibrillatori automatici ha acceso la polemica. La parlamentare di Fratelli d'Italia ricorda che esiste una proposta di Legge

Dae (defibrillatore) nella sede di Varesenews

Il caso del taxista morto per arresto cardiaco all’aeroporto di Milano Malpensa ha mobilitato anche la politica.

Dopo Emanuele Monti, anche l’onorevole Paola Frassinetti (parlamentare di Fratelli d’Italia) stigmatizza quanto accaduto all’aereoporto di Malpensa: «Alla Camera con un lavoro veloce e condiviso abbiamo approvato la legge per intensificare la presenza dei defibrillatori rendendoli obbligatori nei luoghi pubblici, ora la legge è bloccata in Senato e non se ne capiscono le ragioni, va approvata velocemente affinché vengano salvare vite umane. Chiederò con un’interrogazione al Governo la ragione di questo stallo assurdo» (Frassinetti presenterà anche una interrogazione parlamentare sul tema).

Malore al terminal 1, muore taxista

È un punto di vista diverso da quello di Monti, che invece aveva chiamato in causa Sea e il Comune di Milano. Va detto che in aeroporto i defibrillatori ci sono, in dotazione ai posti di soccorso interni allo scalo (presenti ai Terminal 1 e 2). In questo caso la polemica è nata dalla mancanza di defibrillatori semiautomatici più vicini alla zona esterna dove è stato male il taxista.

Dalle file di Fratelli d’Italia interviene anche Giuseppe De Bernardi Martignoni, di professione taxista: «È necessario un intervento a tutela di tutti e anche della nostra categoria. Noi sostiamo all’esterno, in alcuni punti anche a una certa distanza dal centro dell’aerostazione, al terminal 1 anche lontani dal posto di soccorso interno».

Pubblicato il 07 Febbraio 2020
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