“Verità per Giulio Regeni”, migliaia di volantini in biblioteca
Nella notte in cui ricorre l'anniversario del ritrovamento del corpo di Giulio Regeni la biblioteca è stata ricoperta di volantini che chiedono verità
Una biblioteca che si è svegliata vestita di giallo, quello che chiede verità per Giulio Regeni. Oggi, 3 febbraio 2020, ricorre infatti l’anniversario del ritrovamento del corpo del ricercatore italiano di Cambridge rapito il 25 gennaio 2016 al Cairo, torturato con tutta probabilità dai servizi segreti egiziani e scaricato nove giorni dopo sul ciglio di un’autostrada fuori città.
Ecco perché qualcuno ha voluto riempire l’atrio antistante l’ingresso della biblioteca con centinaia e centinaia di fogli gialli, con la unica scritta, in nero, “Verità per Giulio Regeni”. «In un anniversario così drammatico, si leva anche da Busto un appello forte perché si faccia chiarezza su un evento tragico sul quale non c’è ancora un perché ufficiale- afferma il vicesindaco e assessore alla Cultura Manuela Maffioli-. Ed è significativo che chi ha deciso di attuare questo gesto così plateale abbia scelto l’ingresso della biblioteca, luogo di cultura, studio e ricerca. Mi avrebbe fatto piacere però che le stesse mani si fossero preoccupate anche di risistemare lo spazio perché confido che chi nutre un così profondo senso di giustizia abbia anche un altrettanto profondo senso civico e di rispetto nei confronti della “cosa pubblica” che è appunto, un bene di tutti». Pulizia che, nella tarda mattinata, ha eseguito una spazzatrice di Agesp.
Molti i misteri che ancora aleggiano sulla morte del friulano: si contano almeno quattro tentativi di depistaggio da parte degli egiziani, per non parlare della morsa autoritaria in cui il presidente-generale Abdel Fattah Al-Sisi, dopo aver rovesciato il precedente regime Mubarak, tiene stretto il paese dei Faraoni.
Una verità che sembra quasi scomoda anche per il governo italiano, soprattutto ultimamente, visto che l’Egitto rientra in pieno nella partita libica come sostenitore di un altro generale, quel Khalifa Haftar che al momento ha il controllo di più di metà del paese nordafricano. Proprio oggi dalle colonne del Corriere della Sera i genitori di Giulio Regeni tornano, come non hanno mai smesso di fare, a chiedere risposte e il ritiro dell’ambasciatore italiano in Egitto: “Il fatto che dopo quattro anni ci sia ancora l’incertezza, da parte del sistema politico italiano ed europeo, delle azioni o non azioni necessarie per assicurare i colpevoli alla giustizia ci getta nello sconforto. Si tratta di capire se lo Stato è in grado di difendere i propri cittadini al di sopra di tutti gli interessi. Ma non dimentichiamolo: ci sono egiziani che subiscono ogni giorno la stessa ingiustizia”.
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