Sempre più donne vittime di violenze in provincia di Varese
Casi in aumento ma anche più coraggio nel denunciare e chiedere aiuto, necessario intervenire maggiormente tra le donne di culture straniere
Un male odioso, che si consuma tra le pareti di casa, difficile da scoprire e ancora più difficile per la vittima da denunciare. La violenza sulle donne è in aumento anche in provincia di Varese. Che sia fisica, psicologica, sessuale o anche economica, la violenza di genere è un fenomeno trasversale, che riguarda in misura quasi identica tutte le fasce della società.
Il rapporto Istat sugli omicidi relativo al 2018 mostra un forte calo degli omicidi in Italia. Il nostro paese si afferma come il terzo paese più sicuro dell’Unione Europea, ma questa tendenza riguarda solo gli omicidi di uomini, mentre il numero di vittime donne è rimasto per lo più identico da 25 anni.
Il dato in forte aumento è invece quello relativo ai casi di violenza sulle donne, un fenomeno che interessa ampiamente anche la provincia di Varese. «Nel corso del 2019 – fanno sapere Antonella Luongo e Rosalina Di Spirito, rispettivamente presidente e vice presidente dell’associazione “Donnasicura” – abbiamo avuto un forte incremento di donne vittime che ci hanno chiesto una mano. Nei nostri centri di Travedona Monate, Luino e Sesto Calende abbiamo ospitato circa 160 donne, alcune con la necessità di rifugiarsi in una casa segreta e protetta».
«Tutto questo – commenta Rosalina Di Spirito – è molto preoccupante, ma può anche significare che sempre più donne stanno trovando il coraggio di denunciare le violenze e chiedere aiuto alla nostra associazione. La violenza sulle donne è un fenomeno ampio, trasversale e ancora molto nascosto, ma purtroppo enti e associazioni che si occupano di questo problema ricevono pochissimi fondi».
L’associazione Donnasicura può contare sull’aiuto di oltre 40 volontarie che ogni giorno mettono disposizione tempo e professionalità per assistere le donne lungo ogni momento del loro percorso di uscita dalla situazione di violenza. «La maggior parte delle donne che ci chiedono aiuto – racconta Di Spirito – è italiana, ma è necessario intervenire di più anche all’interno delle altre culture che vivono sul nostro territorio».
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