Quantcast

Addio a Giuseppina Marcora, staffetta della Resistenza

Originaria di Inveruno, era la sorella di Giovanni Marcora, che fu comandante partigiano e poi esponente di primo piano della Democrazia Cristiana

Generico 2018

Aveva compiuto cento anni lo scorso 22 febbraio, festeggiata come una delle ultime staffette della Resistenza. E oggi l‘Anpi piange Giuseppina Marcora, staffetta partigiana, morta alla vigilia del 25 aprile.

Originaria di Inveruno, era la sorella di Giovanni Marcora, che fu poi esponente di primo piano della Democrazia Cristiana, senatore della Repubblica e ministro dell’Agricoltura negli anni Settanta.

Entrata giovanissima nella Resistenza proprio con il fratello Giovanni (vice comandante del Raggruppamento Alfredo Di Dio, col nome di battaglia di ‘Albertino’), ricorda il presidente Anpi Provinciale di Milano Roberto Cenati.

«Giuseppina si distinse nel ruolo di staffetta nei collegamenti con le formazioni combattenti”, ricorda . Più volte rischiò l’arresto e la vita. Dopo l’8 settembre 1943 Giovanni Marcora salì in montagna all’inizio in Val Grande, su indicazione di Nino Chiovini, valligiano che risiedeva a Cuggiono, e da lì in Val Toce e nell’Ossola. Diventerà vice di Eugenio Cefis (Alberto) e costituirà il Raggruppamento divisioni patrioti Alfredo Di Dio. Giuseppina assieme ad Antonietta Chiovini,s orella di Nino, diviene subito un suo sostegno. Trasporta informazioni, giornali, dispacci, armi, viveri: parte da Milano o anche da Inveruno. Arriva a Laveno, traghetta a Baveno, e consegna i preziosi carichi ai partigiani pronti a riceverli allo sbarco. Naturalmente molte sono le volte che viene fermata, molti sono i rischi che corre, nascondendo materiale nei cappotti e nelle borse, e grazie anche alla sua spigliatezza riesce sempre a portare a termine indenne la sua missione. Giuseppina ricorda : “Nella primavera del 1944 dopo aver ritirato dei timbri in casa di Eugenio Cefis incappai a Meina in un posto di blocco fascista davanti all’Hotel Sempione. Mi fecero scendere giù dalla bicicletta e mi chiesero dove fossi diretta con quel pacchetto. Sui due piedi inventai la storia che dovevo andare a trovare la nonna malata in Ospedale ad Arona. Mi andò bene perché mi lasciarono passare. Un’altra volta, dopo aver fatto una consegna di una pistola e di un vestito al capitano Marvelli all’Istituto Salesiano di Intra, rimasi a notte inoltrata senza un ricovero e solo grazie alla solidarietà della famiglia di un barcaiolo trovai rifugio fino alla mattina dopo».

Un altro episodio cruciale avvenne il 7 aprile del 1944. Giuseppina riacconta :“ Albertino era tornato momentaneamente a casa: i fascisti fecero irruzione per catturarlo. Io sbarrai la porta e nei pochi istanti prima del loro ingresso. Albertino riuscì a fuggire dalla finestra e poi nel canale Villoresi asciutto”.

Nella ricorrenza del 70° della Liberazione, nel 2015 Giuseppina Marcora, da sempre iscritta all’Anpi di Legnano, ricevette il diploma di partigiana dal Ministero della Difesa. Nel 2019 le fu conferita la benemerenza civica dal Comune di Legnano.

«Giuseppina ammoniva spesso“Ci siamo impegnati e abbiamo rischiato molto perché l’Italia fosse un Paese libero. Le giovani generazioni ricordino!”».

Pubblicato il 14 Aprile 2020
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore