“Alla Bellora 35 ospiti deceduti senza tampone e molti dipendenti con febbre”
Il delegato della rappresentanza sindacale di base Minghetti chiede di fare piena luce sulla situazione all'interno della RSA
Sulla situazione all’interno della RSA Bellora a Gallarate interviene con una nota la rappresentanza sindacale di base SHC degli OSS: « Ci fa piacere apprendere che il Primo cittadino asserisca che nelle RSA nessuno è morto di covid 19 grazie alla distribuzione di guanti e gel alle strutture residenziali effettuata nel mese di febbraio 2020» dice Angelo Minghetti dell’SHC OSS. «Tuttavia il Sindaco dovrebbe spiegare per quale motivo molti degli operatori socio sanitari operanti nelle RSA si rivolgevano alla scrivente O.S. per lamentare l’inesistenza di protezioni individuali e di gel disinfettanti tanto è che la scrivente il 16 marzo inviava una nota alla RSA e ai Nas, mettendo in evidenza i 15 casi sospetti tra gli ospiti e i 5 operatori con la febbre e la mancanza di dpi».
«Il Primo cittadino si dimentica di ricordare che nella residenza Bellora ci sono stati 35 ospiti deceduti per problemi respiratori a cui non è stato effettuato alcun tampone per stabilire la sussistenza o meno del COVID 19 e che molti OSS operanti in tali strutture sono a casa con evidenti sintomi da COVID 19 ai quali tuttavia non a tutti è stato effettuato il tampone. Saremmo felici che il Sindaco ci spiegasse per quali ragioni sono deceduti i 35 ospiti della residenza di Bellora e di quali patologie sono affetti i numerosi OSS a casa con febbre, tosse?»
«Quando venne scritta la lettera di diffida il 16 marzo 2020 chiedendo solo che venissero rispettate le più basilari regole per evitare il contagio all’interno della struttura Bellora i lavoratori avevano segnalato che esistevano già 15 ospiti con evidenti sintomi riconducibili al COVID 19 e 5 operatori che lavorando in tale struttura dopo pochi giorni manifestavano febbre, ora a quanto riferito gli ospiti deceduti da marzo ad oggi sarebbero ben 35!»
«Il 25 marzo abbiamo nuovamente diffidato la struttura, poiché agli oss erano stati dotati di sole mascherine chirurgiche che servivano solo per evitare il contagio in uscita ma non in entrata e di nessun altro dispositivo di protezione nonostante all’interno della struttura vi erano diversi ospiti (tra i quali alcuni deceduti) e dipendenti affetti dal citato virus».
«Fino a quando i vertici sceglieranno la quantità “soldi – utenti” e non la qualità, ci sarà sempre una voragine tra cura e assistenza, e fino a quando non si comprenderà che è un utente/anziano e non un guadagno, l’obbiettivo sarà sempre più lontano…. Se il Sindaco intende scaricare le colpe per negligenza sugli oss si sbaglia, poiché se questo dovesse accadere prenderemo tutte le misure necessarie per difendere gli operatori e i parenti dei deceduti….A questo punto ci si pone una sola domanda: mentre gli altri titolari di cariche pubbliche come riferito dal Sindaco si trovavano a bere ed a brindare ci piacerebbe sapere Lei sig. Sindaco dov’era?».
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