Amazon riapre le spedizioni di beni non essenziali
Il colosso di ecommerce americano, dopo aver limitato le spedizioni ai beni di prima necessità all'inizio della pandemia di Covid-19, ricomincerà a distribuire anche gli prodotti dei venditori terzi
Dopo la decisione agli inizi di marzo, quando l’OMS dichiarò ufficialmente il coronavirus una pandemia, di limitare le spedizioni ai beni di prima necessità, ora Amazon annuncia il parziale ripristino: il gigante di Seattle ricomincerà a spedire i prodotti considerati non necessari compresi quelli dei venditori terzi, che rappresentano il 58% delle vendite di Amazon.
Come ha riportato il Wall Street Journal, una portavoce della compagnia ha comunicato che «sul finire di questa settimana ricominceremo a dare spazio a più prodotti nei nostri centri magazzini. I prodotti – ha precisato – saranno limitati per quantità per permetterci di continuare a dare priorità ai beni essenziali e per proteggere i nostri lavoratori, e nel mentre permettere ai nostri partner commerciali di spedire i loro prodotti nelle nostre strutture».
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La decisione è stata presa a seguito di un incremento consistente delle richieste. Amazon ha raggiunto infatti nell’ultimo mese numeri simili a quelli durante le festività, soprattutto per i beni di prima necessità: le vendite di carta igienica nel periodo tra il 20 febbraio e il 23 marzo sono aumentate del 186% rispetto allo stesso periodo del 2019. Ma nei periodi sotto le festività, come il mese di dicembre, Amazon si prepara assumendo tanti lavoratori a termine. E così si è dovuta riorganizzare: nei soli Stati Uniti, lunedì 13 aprile ha annunciato l’assunzione di 75 mila impiegati, che si vanno ad aggiungere ai 100 mila assunti nell’ultimo mese.
L’azienda di Jeff Bezos prevede di aumentare di 500 milioni di dollari il budget destinato ai dipendenti di Stati Uniti, Canada ed Europa. Inoltre ha previsto un aumento di 2 dollari all’ora e il doppio dello stipendio per gli straordinari, anche per far fronte all’alto numero di assenze da lavoro registrate durante l’emergenza covid-19. Molti lavoratori hanno deciso di stare a casa per timore di contrarre il virus, a cui si aggiungono le molte proteste dei dipendenti in tutto il mondo per le scarse misure di sicurezza. Proprio oggi, come riporta la CNBC, negli USA sono stati licenziati tre dipendenti che avevano avanzato critiche per la scarsa sicurezza nell’ambiente di lavoro.
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