Funerali con mascherina e 15 persone al massimo. Così si organizzano i parroci
I parroci stanno facendo i conti in questi giorni su come le nuove modalità delle cerimonie funebri sancite dalle decisioni del Governo saranno declinate nella nuova fase della singole parrocchie
Con il nuovo provvedimento del Governo che dà il via alla fase 2 dell’emergenza sanitaria tra le cose che saranno di nuovo permesse dal 4 maggio ci sono le cerimonie funebri.
Una “ripartenza”, quella di funerali, che però dovrà sottostare a norme molto stringenti. Sarà infatti permessa l’esclusiva partecipazione di congiunti e, comunque, fino a un massimo di quindici persone, con funzione da svolgersi preferibilmente all’aperto, indossando protezioni delle vie respiratorie e rispettando rigorosamente la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro.
Se questa è la norma di carattere generale contenuta nel decreto del Presidente del Consiglio i parroci stanno facendo i conti in questi giorni su come queste nuove modalità saranno declinate nella nuova fase della singole parrocchie.
A spiegarci come funzionerà a Saronno è il prevosto don Armando Cattaneo: «Dal 4 maggio celebreremo di nuovo un vero funerale per ogni nostro caro defunto, con la messa e il Rito Funebre completo. È un sollievo per chi è colpito dal lutto, è un sostegno alla nostra fede, è il segno di affetto e di doveroso onore che dobbiamo a chi ha compiuto il suo cammino. Molti si stanno chiedendo “come” saranno celebrati i funerali. Ecco, tutti i funerali delle varie parrocchie della città saranno celebrati al Cimitero di via Milano, davanti alla Cappella dei sacerdoti. I parenti più stretti, ancora gli unici che possono partecipare alla celebrazione, si disporranno nei due portici laterali. Questo luogo permette di essere all’aperto, e quindi con un ottimo ricambio di aria, ma protetti sia dal sole estivo sia dalla pioggia. Le sedie saranno predisposte alla distanza di sicurezza ed anzi ancora più diradate, considerata la grande superficie a disposizione. A celebrare normalmente sarà il sacerdote vicario della parrocchia di appartenenza del defunto. A oggi non abbiamo nessuna indicazione a proposito della possibilità e quindi delle modalità di ricevere la comunione eucaristica».
A Varese è don Marco Casale a raccontare come ci si sta preparando alla nuova modalità di cerimonie: «Siamo in attesa del protocollo che deve arrivare dalla Curia, concordato con le competenti autorità. È un passo avanti notevole e ci fa capire che, se c’è la possibilità di fare i funerali, è possibile pensare anche alla celebrazione di messe, come quelle feriali, che non superano le 15 presenze. Questa è l’interlocuzione attuale: se possiamo trovarci per celebrare per funerale, allora anche la messa. Ma va ancora individuato chi deve far rispettare le indicazioni di sicurezza. Prima dll’8 marzo i funerali erano consentiti ma noi avevamo difficoltà a far rispettare distanze e numeri ridotti. Anche la comunione come sarà possibile somministrarla? Su numeri piccoli si può fare. Di certo nessuno vuole mettere in pericolo la propria vita o quella altrui. Ma se ci sarà la possibilità di celebrare la messa in sicurezza, allora si faccia».
Il decanato di Busto Arsizio avrà regole uguali per tutte le parrocchie e i funerali si svolgeranno direttamente al cimitero principale. Così monsignor Severino Pagani sta organizzando il ritorno alla celebrazione dei funerali a partire dal 4 maggio: «Per quanto riguarda la ripresa delle messe aspettiamo le indicazioni dalla Curia che si concorderà con l’autorità civile. Per quanto riguarda i funerali torneremo alla prassi precedente, attuata dal decanato di Busto Arsizio nella primissima fase dell’emergenza. Avevamo già deciso di svolgere i funerali direttamente al cimitero dove c’è una cappella all’interno della quale possono entrare 2-4 persone, e una piazzetta esterna dove possono stare altre persone fino ad un massimo di 15».
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