Castano Primo, passi avanti per il centro culturale islamico
Il Tar ha chiuso un contenzioso che andava avanti da tre anni: l’associazione Madni potrebbe ora realizzare un centro culturale islamico in via Friuli. Ma c’è ancora incertezza
Una lunga battaglia legale, con il Comune di Castano Primo diretto interessato. Una serie di decisioni a favore e contro a partire dal 2014, che ora sono a una svolta (forse) decisiva: il Tar ha risolto a favore dell’associazione Madni un contenzioso aperto nel 2017, a seguito del ricorso proprio della associazione islamica che adesso avrebbe il diritto a costruire un centro culturale senza risarcimento danni da parte del Comune.
L’idea è un centro in cui insegnare l’urdu, la lingua ufficiale del Pakistan (da cui provengono la maggior parte dei musulmani castanesi); ma non è escluso che ci siano momenti dedicati alla preghiera. Rimane incerto dunque il futuro dello stabile di via Friuli, se sarà un centro allargato o una vera e propria moschea (ipotesi che l’associazione Madni respinge).
La vicenda risale a sei anni fa, quando la precedente amministrazione di centrodestra a guida Franco Rudoni aveva concesso il permesso ai fedeli islamici di trasferirsi da via Moroni – dove si riunivano fino ad allora – in un piccolo stabile di via Friuli. L’amministrazione Pignatiello, insediatasi nel 2014, si era invece rifatta a una legge regionale del 2015 che poneva diversi paletti ai luoghi di culto non cattolici.
Da qui le polemiche tra una parte e l’altra: l’ex assessore Roberto Colombo, che aveva dato originariamente l’assenso agli islamici di spostarsi nella vietta a sud del Comune, adesso attacca la maggioranza perché lì – secondo lui – sorgerà «una vera moschea con tanto di minareti». «I nodi prima o poi vengono al pettine» hanno dichiarato i membri di Castano di centrodestra. «Così si fa il doppio gioco: con una mano si vende il permesso di costruire una moschea per avere consenso; con l’altra si bloccano i lavori e si dà la colpa agli altri».
Ma la maggioranza corrente non ci sta e accusa i precedenti amministratori di avere dato il permesso con troppa leggerezza. La maggioranza aveva già detto nel 2015 di muoversi «seguendo il rispetto delle regole. Non siamo pro né contro nessuno: facciamo rispettare le regole».
Le persone di fede musulmana a Castano Primo sono circa 2000, 400 dei quali con cittadinanza italiana. È ancora da capire cosa sarà dello spazio di via Friuli in cui si sono insediati – legittimamente – nel 2014.
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