Referendum, a Castano Primo le scuole non saranno sedi di seggio
La giunta ha accolto un appello che chiedeva di non utilizzare le scuole come sedi di voto «I nostri ragazzi torneranno a scuola in sicurezza e senza interferenze”
«Le scuole di Castano Primo non saranno sedi di seggio». Giuseppe Pignatiello ha annunciato il cambio di programma: la sede per il voto al referendum costituzionale del 20 e 21 settembre sarà la Casa dei castanesi di via Moroni.
È uno dei primi comuni ad acccogliere l’appello di Alberto Pellai, psicoterapeuta di Somma Lombardo che ha chiesto formalmente agli amministratori locali di «non istituire i seggi elettorali nelle scuole». L’appello aveva essenzialmente due motivazioni: la prima è «evitare di rendere la scuola un luogo fonte di diffusione del contagio»; la seconda è «non far perdere il ritmo agli studenti», che rientreranno tra i banchi di scuola lunedì 14 settembre dopo mesi e mesi tra lockdown, video-lezioni e pausa estiva.
«Questa decisione – ha comunicato Pignatiello – ci consente di mantenere le scuole al sicuro, ma soprattutto i nostri bambini e i nostri ragazzi potranno ricominciare la scuola senza alcuna interferenza e stop».
La richiesta di votare in sedi “alternative” è arrivata da più parti, condivisa da educatori (come Alberto Pellai) ma proposta anche dalle forze politiche (come le minoranze a Gallarate o Albizzate, in provincia di Varese)
Intenzioni di voto
C’è ancora incertezza e ritrosia sulle scelte di voto dei partiti, a livello locale ma non solo. Il Partito Democratico non ha ancora annunciato la propria intenzione, e al suo interno le posizioni sono spesso contrapposte. In provincia di Varese sono diversi gli esponenti, come il segretario di Castellanza Alberto dell’Acqua, a favore del No. Anche Luca Fusetti, assessore castanese con delega a istruzione, attività produttive e smart city, si è esposto a favore del No.
Tra i banchi della minoranza ancora nessuna posizione ufficiale, ma non dovrebbero esserci sorprese. La linea dovrebbe essere quella del centrodestra nazionale, orientata chiaramente verso il Sì (pur con qualche titubanza all’interno di Forza Italia, anche dello stesso Silvio Berlusconi).
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