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Gli incidenti e lo scontro politico sulle strade per Malpensa

Il botta-e-risposta tra il consigliere dem Astuti e la leghista Tovaglieri riaccende il dibattito. Tra nuove strade (da fare) e vecchie superstrade (da sistemare), la vera sfida è arrivare alla condivisione delle scelte

incidente ss336

Quante strade portano a Malpensa? In modo un po’ sotterraneo, in questi giorni, si è riaperto il dibattito sull’accesso per via stradale all’aeroporto internazionale. Innesco della polemica, lo stop governativo alla Vigevano-Malpensa, il prolungamento verso Sud dell’attuale superstrada 336.

«Ennesimo schiaffo al territorio» ha tuonato l’europarlamentare leghista Isabella Tovaglieri. In realtà proprio il territorio attraversato dall’opera (che a dispetto del nome “simbolico” si snoda tra Mercallo-Magenta a Vigevano) si è molto diviso sull’opera, con una parte di amministratori locali favorevoli e una parte contraria. Tra gli oppositori dell’opera ci sono anche gli agricoltori, che temono l’impatto su una delle aree più intensamente coltivate in Italia. Tra le istituzioni, a favore c’è la Regione, contro la Città Metropolitana di Milano, l’ex ente Provincia.

Della Vigevano-Malpensa si discute, in ogni caso, da dieci anni buoni e c’è da scommettere che non sarà certo questo l’ultimo passaggio. Nel frattempo però l’ennesimo incidente con lunghe code ha riproposto un altro tema: l’adeguamento della tratta “storica” della 336, quella di più antica realizzazione, risalente al 1990, ancora oggi usata dai più come principale accesso all’aeroporto venendo da Milano. Inserita in un territorio altamente urbanizzato, dotata di molti (troppi?) svincoli, costruita di gran carriera per essere pronta per Italia ’90, la superstrada si rivela ogni giorno pericolosa. Colpa dei comportamenti scorretti di chi guida e dell’eccesso di velocità, ma anche di caratteristiche tecniche discutibili, come nel caso delle rampe di immissione limitate in alcuni casi a poche decine di metri.

Ora, se sulla Vigevano-Malpensa le valutazioni sono molto discordanti, sull’ammodernamento della “vecchia” 336 da Busto Arsizio sembra esserci un buon grado di condivisione. Condivisione nel merito, anche se poi in politica ognuno tira l’acqua al proprio mulino ed emergono distinguo: il consigliere dem Samuele Astuti da tempo polemizza con la maggioranza di centrodestra al Pirellone (chiedendo un Piano d’Area, una strategia territoriale complessiva per l’area intorno a Malpensa) e rilancia comunque il tema-336 da affrontare nel quadro del Masterplan 2035, che è iniziativa di Sea e quindi, indirettamente, anche del Comune di Milano.

E se sulla inadeguatezza della attuale superstrada 336 il giudizio di merito è uguale, la leghista Tovaglieri ai comunicati di Astuti risponde rovesciando tutta la responsabilità dell’inerzia su Anas, leggi gruppo Fs, leggi Stato (con buona pace del fatto che negli ultimi dieci anni hanno governato centrodestra, centrosinistra, tecnici e due diversi governi con il Movimento 5 Stelle). Certo, l’invito a tutti a «smetterla con le sterili contrapposizioni politiche e cominciare ad agire nel concreto per tutelare uno dei più importanti asset strategici del Paese» non si può che condividere e c’è da augurarsi che al di là dei comunicati stampa almeno intorno a Malpensa si arrivi ad una voce unica.

Magari prendendo ispirazione – per così dire – dai sindaci della zona che, differenti per orientamento politico, da un lustro sono tornati a parlare con una voce unica, mediando sulle posizioni, esprimendo almeno una linea unica e portando richieste.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 29 Settembre 2020
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