“Voglio una scossa liberale”: Giulio Del Balzo a 27 anni si candida segretario nazionale di +Europa
Liberale convinto, dopo esperienza nel Pd e in giro per l'Europa, lancia una sfida audace: guidare il partito fondato da Emma Bonino, che va a congresso a inizio 2021
«Una sfida generazionale», la chiama. Giulio Del Balzo ha 27 anni, ha già all’attivo dieci anni di esperienze in politica e ora affronta una sfida audace: si candida a segretario nazionale di +Europa.
Il partito nato dalla personalità di Emma Bonino e guidato dall’inizio del 2019 da Benedetto Della Vedova va a congresso a inizio 2021. E a distanza di quattro mesi, parte con il passo lungo: residente a Gallarate, Del Balzo martedì sera ha coordinato un incontro della lista civica PiùGallarate («un progetto distinto», tiene a sottolineare) e mercoledì mattina ha messo online la sua pagina facebook e il suo progetto, “Scossa liberale”.
Richiama per prima cosa la dimensione della partecipazione, partendo dalla sua, di generazione: «Una scossa per l’Italia, perché è inaccettabile che i più giovani non si attivino per creare una alternativa all’attuale offerta politica. Sia nell’attuale governo sia nel fronte sovranista non si danno prospettive ai giovani. Si preferisce aumentare i fondi per far andare in pensione prima le persone, anziché pensare ad esempio a sgravi sull’Irpef per chi vuole mettere su famiglia, rendersi indipendente». Fa il confronto con gli altri Paesi europei, ad esempio con la Francia: «Nonostante la nostra spesa sociale sia allineata alla media europea, la nostra è sbilanciata verso la terza età. Siamo il Paese dove più tardi si esce di casa, per i limiti nelle retribuzioni e nella stabilità d’impiego».
«La mia è una sfida generazionale, ma non è contro gli anziani: se non si cambia strada, ne risentiranno tutti. Se potessi parlare ai miei nonni, credo sarebbero più contenti di vedere un nipote realizzato autonomamente anziché darmi una paghetta», sintetizza. Parla di partecipazione ma anche di protagonismo dei giovani: «Quei pochi giovani che si mettono in gioco finiscono cooptati, invece io voglio creare una candidatura giovane, sostenuto da giovani e meno giovani».
Da liberale convinto rilancia i temi della competitività («Bisogna mettere imprese nelle condizioni di valorizzare talenti) e della riduzione della burocrazia. Ma senza eccedere nel chiedere un passo indietro al ruolo pubblico: «Abbiamo troppo Stato dove non serve e troppo poco dove servirebbe» sintetizza. Un esempio? «Serve una revisione degli strumenti di welfare, una revisione ad esempio del Reddito di cittadinanza. Servono politiche attive come ad esempio il reddito di formazione, che dia un reddito a chi è disposto a mettersi in gioco, a investire nella propria formazione».
L’entusiasmo non manca, a Del Balzo, da sempre: ha iniziato facendo politica alle scuole superiori, è stato a Roma dal 2012 al 2015, poi a Berlino nel 2016. È tornato poi a Gallarate, sua città di origine, che per lui è parte della grande Milano, dove negli ultimi anni ha lavorato prima con AirBnb e oggi è impegnato con una società di promozione della micromobilità elettrica. È cresciuto nel Pd, ha creato l’esperienza di FutureDem, poi ha lasciato i dem «perché non credevo al secondo Renzi», dopo aver creduto invece nel primo Renzi, quello di rottura, con una forte carica generazionale. Nel gennaio 2019 ha annunciato la sua adesione a Più Europa, «in tempi non sospetti», prima della grande fuga dal Pd in crisi.
Chi lo conosce (anche da posizioni politiche ben diverse) riconosce l’entusiasmo di Del Balzo. Può apparire persino naïf, però si mette in gioco direttamente, non ama stare prudentemente in seconda fila, non ha velleità da funzionario, non si nasconde nel corpaccione del partito (non lo faceva nel Pd, non lo fa oggi in +Europa). Sarà per questo che già al primo giorno si sono moltiplicati i segnali di disponibilità, i post a sostegno, tra articolate posizioni politiche e cuoricini molto millennial. «Abbiamo cento volontari in tutta Italia: una squadra dedicata al coinvolgimento di tutta Italia, l’altra dedicata a programma».
Alcuni temi già li tocca. Ma un partito è anche tattica, scelte concrete, mediazioni. E allora: come vede Più Europa? Che posizione sosterrà sull’ipotetica convergenza delle forze liberal italiane? «Il mio obbiettivo è portare in +Europa come posizione l’idea di un unico movimento delle forze liberali ed europeiste. Tutte le forze, a partire da +Europa e Azione di Carlo Calenda, a Base Italia di Marco Bentivogli, credo sia importante unca grande casa. Le forme le decideranno i soggetti che ci staranno». È convinto che la sua candidatura vada in questo senso: «Il nostro progetto è sostenuto da tanti – di quest’area – che non hanno tessere di un partito ma credono che si possa davvero cambiare l’Italia».
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